Contrattazione

Il tabacco riparte da 90 euro di aumento

di Francesco Prisco

Aumento retributivo del 6,05% per i 2.500 lavoratori del tabacco secco allo stato sciolto. Lo prevede il contratto nazionale di settore sottoscritto ieri dall’associazione datoriale Apti da un lato, Fai, Flai e Uila dall’altro, un ccnl di durata quadriennale che introduce numerose novità sia sul versante economico che su quello normativo.

Partiamo dal primo capitolo: la retribuzione mensile complessiva per un lavoratore al quarto livello sarà incrementata di 90 euro a regime, in tre tranche da 30 euro l’una che saranno corrisposte l’1 maggio 2017, l’1 luglio 2018 e l’1 luglio 2019. A queste cifre va aggiunta una “una tantum” di 100 euro che va a coprire il periodo di vacanza contrattuale 1 gennaio-30 aprile 2017 (il precedente ccnl, infatti, scadeva il 31 dicembre scorso). Inoltre, sempre dal primo maggio, sarà attivata per tutti i lavoratori l’adesione al fondo sanitario Filcoop, la cui contribuzione annua di 52 euro per i lavoratori fissi e 36 euro per gli stagionali sarà a totale carico dei datori di lavoro. La parte normativa, rivista e aggiornata alla luce delle ultime novità legislative e confederali, migliora le tutele per i genitori prevedendo l’estensione a 14 anni (rispetto ai 10 anni del precedente accordo) dei congedi in caso di malattia del figlio, con tre giorni retribuiti in caso di ricoveri ospedalieri. Per i migranti è previsto il cumulo tra ferie e permessi retribuiti maturati, così da consentire i ricongiungimenti familiari.

Sono inoltre previste misure di sostegno all’occupazione, come il turnover generazionale. Le aziende tabacchicole italiane che ogni anno “trattano” 50mila tonnellate di tabacco come gli stessi sindacati hanno scelto poi di aderire alla Rete del Lavoro agricolo di qualità, come misura concreta a contrasto del fenomeno del caporalato. Per Carlo Sacchetto, segretario di Apti, il rinnovo «rappresenta un segnale importante in un momento non facile per un settore spesso e volentieri bistrattato, ma comunque ancora oggi capace di portare lavoro in aree del Paese dove scarseggiano le chance occupazionali». Per il segretario generale di Fai Luigi Sbarra «l’intesa rafforza la contrattazione decentrata e consolida bilateralità e welfare integrativo che viene posto a totale carico dell’impresa». Pietro Pellegrini di Uila sottolinea come «si è fissato l’obiettivo di favorire lo sviluppo e la diffusione della contrattazione collettiva di secondo livello, così da renderla esigibile e capace di affrontare le questioni legate al territorio». Per Roberto Iovino di Flai tra gli «elementi innovativi e qualificanti» dell’accordo c’è la reintroduzione del «diritto di reintegra previsto dall’articolo 18 dello Statuto dei lavori in caso di licenziamento illegittimo, derogando a quanto previsto dal Jobs Act».

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