Contrattazione

Commercio in sciopero il 22 dicembre per il contratto

di Cristina Casadei

Per i 250mila lavoratori della distribuzione moderna e organizzata, nella busta paga di gennaio arriverà un nuovo aumento: le imprese associate a Federdistribuzione, lunedì scorso, hanno infatti deciso di erogare, unilateralmente, una nuova tranche di 16 euro lordi mensili, parametrati al quarto livello, dopo i 15 euro erogati a maggio del 2016 e i 30 euro di luglio 2017. «Arriva così a 61 euro l’aumento erogato fino ad ora dalle grandi imprese, un aumento che consente di tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori, così come è stato sempre dichiarato ed è stato finora garantito», spiega Francesco Quattrone, direttore area lavoro e relazioni sindacali di Federdistribuzione.

Se lunedì Federdistribuzione ha preso la decisione di un altro aumento unilaterale, ieri i sindacati hanno invece annunciato uno sciopero per il 22 dicembre, quindi proprio a ridosso del Natale sia per le imprese di Federdistribuzione che per la Distribuzione cooperativa. Era già accaduto due anni fa e il mancato avanzamento della trattativa per il rinnovo del contratto - che in realtà all’inizio di quest’anno, per un momento, era sembrata cosa fatta, al punto che le parti si erano anche scambiate i testi - sta producendo il ripetersi della storia.

Pierangelo Raineri della Fisascat, osserva che «lo scenario negoziale è complicato anche dalla frammentazione dei tavoli di confronto e lo stallo delle trattative è aggravato dalla disdetta della contrattazione integrativa di settore». In particolare, le associazioni datoriali che i sindacati si ritrovano come controparte sono Confcommercio che ha rinnovato il contratto nel 2015 e ha finora erogato 69 euro di aumento, Confesercenti che ha rinnovato il contratto nel 2016 e ha già erogato tutti gli 85 euro di aumento, Federdistribuzione che non ha fatto il contratto ma ha erogato 61 euro di aumento e infine le Coop che non hanno rinnovato il contratto e nemmeno erogato alcun aumento.

Federdistribuzione, dal canto suo, ribadisce la ferma volontà di «arrivare alla sottoscrizione di un contratto collettivo nazionale di lavoro che contenga soluzioni equilibrate per lavoratori e imprese», dice Quattrone, al punto che in giugno aveva convocato, per l’ennesima volta, i sindacati, ma ha ricevuto in risposta la richiesta di applicare il contratto di Confcommercio per la riapertura del negoziato. Una condizione che Federdistribuzione considera inaccettabile. In attesa del rinnovo, Maria Grazia Gabrielli della Filcams Cgil, dice che «l’associazione datoriale continua a rendersi indisponibile anche ad applicare il rinnovo del contratto nazionale Confcommercio del 2015, determinando per le lavoratrici e i lavoratori un danno sia dal punto di vista retributivo che contributivo». Per la Uiltucs i lavoratori «hanno subìto un danno economico consistente, sia in termini retributivi diretti che in termini di mancata contribuzione pensionistica».

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