Contrattazione

Nuovo balzo degli occupati a termine: +303mila

di Giorgio Pogliotti

Nel terzo trimestre 2017 l’occupazione cresce solo per effetto dei contratti a tempo determinato, mentre continuano a calare gli indipendenti. Rispetto allo stesso periodo del 2016 l’Istat conta 303mila occupati in più, effetto dell’incremento di 342mila contratti a termine e di 60mila permanenti, e della flessione di 99mila indipendenti. Cresce il peso dei contratti a termine sul totale degli occupati che passa dall’11,2% al 12,5%, una percentuale in linea con il resto d’Europa.

Il tasso di occupazione di luglio-settembre al 58,4% è in crescita sul terzo trimestre 2016 (+0,8%) e interessa tutte le classi d’età, ma l’incremento è meno sostenuto per la fascia centrale tra 35-49 anni (+0,6%) e per quella junior tra 15-24 anni (+0,7%), concentrandosi per la fascia 25-34 anni (+1,4%) e 50-64 anni (+1%). L’incremento occupazionale interessa i lavoratori con la laurea (+1,6%), più di quelli con la licenza media (+0,4%) e diploma (+0,1%).

La disoccupazione al 10,6% è in calo dello 0,4% sul terzo trimestre 2016; il tasso di disoccupati resta sempre molto elevato tra 15-24 anni dove raggiunge il 32,3% (-2,2% sul 2016) e 25-34 anni dove tocca il 15,9% (-1,3%), segue la fascia 35-49 anni all’8,4% (-0,3%) e quella da 50 anni e oltre al 6,2% che è l’unica fascia che fa registrare un aumento di chi cerca un posto di lavoro (+0,6%). Per chi è in possesso di una laurea il tasso di disoccupazione è al 6,1% (-1,3%), seguono i diplomati con un tasso al 9,9% (-0,3%), la percentuale più alta si trova tra chi ha conseguito fino alla licenza media (14,4%), con un aumento sul 2016 (+0,3%).

Nel confronto tendenziale si accentua la riduzione degli inattivi: sono 300mila in meno in un anno, il calo riguarda per di più gli over 50. Per l’Istat si assiste ad un «maggiore ingresso nell’occupazione dei disoccupati, soprattutto tra i giovani, di individui con elevato livello di istruzione, e tra i residenti nel Nord». Crescono le «transizioni dallo stato di inattività verso la disoccupazione, soprattutto per le forze di lavoro potenziali», e tra gli scoraggiati «l’aumento della transizione è anche verso l’occupazione».

Sul fronte congiunturale tra giugno e settembre si registrano 79mila occupati in più del secondo trimestre 2017, sempre grazie alla spinta che arriva dai contratti a tempo determinato, mentre quellli permamenti restano stabili e gli indipendenti calano (-22mila). I dati di ottobre segnalano una sostanziale stabilità di occupati rispetto a settembre. Le ore lavorate per dipendente crescono rispetto al trimestre precedente (+0,4%) e su base annua (+0,1%), mentre continua la flessione della cassa integrazione. Proseguono i segnali di crescita nel tasso dei posti vacanti: aumenta sul trimestre precedente (+0,1%) e sul 2016 (+0,2%).

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