Contrattazione

Lavoro, 370mila posti in più nel 2019

di Nicoletta Picchio

Un andamento che «supera le attese». Per il CsC l’occupazione è l’unica variabile economica, insieme all’export, ad aver superato il picco pre-crisi. Dal 2014 all’autunno 2017 le persone occupate sono aumentate del 4,1%, +900mila. E a fine del 2019 ci saranno 370mila occupati in più rispetto al 2008, un recupero previsto a politiche invariate, quindi a condizione che riforme come il Jobs act restino immodificate. È uno degli effetti positivi della ripresa dell’economia, anche se, avverte il CsC, diretto a Luca Paolazzi, non mancano le preoccupazioni: a 7,7 milioni di persone manca ancora il lavoro, in tutto o in parte. Ed è allarme sui giovani: il tasso di occupazione per chi ha tra i 15 e i 34 anni è al 40,5%, dato molto più basso rispetto all’eurozona. E prosegue l’emigrazione: +19,1% nel 2016 sul 2015, nella fascia tra i 18 e i 39 anni, con 25mila laureati di ogni età che se ne sono andati.

Potrebbe crescere più delle attese, ha spiegato Paolazzi, anche l’export, grazie alla specializzazione italiana che ci porta a conquistare quote di mercato. Gli scambi con l’estero, dopo un incremento del 5,2% nel 2017, aumenteranno del 4,2% nel 2018 e del 3,7% nel 2019. È uno dei fattori che spinge la crescita italiana, sottolinea il CsC, insieme agli investimenti, stimolati dalle politiche governative, dalla dgitalizzazione, che motiva le imprese a modernizzare gli impianti e cambiare i modelli di business, e dalle politiche della banche centrali, «straordinariamente lasche».

Pesa in negativo il fattore credito, aggravato dai ritardi di pagamento della Pubblica amministrazione. Le prospettive potrebbero ancora migliorare, per una ripartenza degli investimenti pubblici, un miglioramento del credito bancario, una dinamica maggiore dell’export, un effetto statistico del rimbalzo delle scorte. Quanto ai conti pubblici, «proseguono lungo il sentiero del risanamento e il debito pubblico ha cominciato a ripiegare» scrive il CsC. Il deficit scende quest’anno al 2,1 del Pil , sarà all’1,7 nel 2018, per risalire a 1,9 nel 2019, previsioni che includono la manovra di bilancio 2018. Il rapporto debito pubblico-Pil passerà dal 131,6 di quest’anno al 129,6 del 2019. Sarà compito della prossima legislatura, scrive il CsC, accelerare questo percorso.

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