Contrattazione

Nel triennio «stabili» due terzi dei contratti

di Giorgio Pogliotti

Mese dopo mese il mercato del lavoro continua a recuperare terreno per tornare ai livelli precrisi. Nel terzo trimestre il tasso d’occupazione è aumentato di oltre due punti percentuali rispetto al valore minimo toccato nel terzo trimestre 2013 (55,4%), avvicinandosi al picco raggiunto nel secondo trimestre del 2008 (58,8%). Guardando all’ultimo triennio, dai dati congiunti ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpal, emerge che i contratti di lavoro dipendente sono cresciuti di circa 1,2 milioni (inteso come saldo tra attivazioni e cessazioni di contratti, non come numero di occupati), con una prevalenza dei contratti a tempo indeterminato (+837mila) rispetto a quelli a termine (+362mila), sotto la spinta dei generosi incentivi erogati sulle assunzioni stabili del 2015 e 2016.

Guardando ai dati di quest’anno, la nota congiunta mette in luce come a trainare l’occupazione siano in prevalenza i contratti a termine, mentre i contratti a tempo indeterminato rallentano, e gli indipendenti crollano (-99mila occupati in un anno). Tra il secondo e terzo trimestre 2017 si registra un aumento congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti, frutto di una crescita di 81mila posizioni a tempo determinato e di una flessione a tempo indeterminato (-6 mila). Dall’andamento delle due tipologie contrattuali spicca come quelle a tempo determinato crescono in modo costante dal secondo trimestre 2016, mentre quelle a tempo indeterminato si riducono per la prima volta dopo dieci trimestri di crescita. Sempre nel terzo trimestre le attivazioni a tempo determinato toccano il massimo (1 milione 868 mila) della serie storica dal primo trimestre 2011 (pari al 77,6% del totale delle attivazioni), mentre contemporaneamente il numero di attivazioni e trasformazioni a tempo indeterminato si attesta sui livelli minimi(539mila).

Restando sempre alle comunicazioni obbligatorie delle imprese, tra il secondo e terzo trimestre crescono le posizioni di lavoro nei servizi (+77mila) e nell’industria in senso stretto (+12mila), mentre restano stabili nelle costruzioni e calano nell’agricoltura (-14mila).

Il confronto tendenziale con il terzo trimestre 2016 evidenzia un aumento dell’occupazione (+303mila), un calo delle persone in cerca di lavoro (-71mila) e degli inattivi (-300mila). A distanza di 12 mesi è in crescita sia la quota di disoccupati che transita verso l’occupazione, che quella degli inattivi verso la disoccupazione; tra gli inattivi scoraggiati, aumentano le transizioni verso l’occupazione. Crescono i lavoratori a chiamata o intermittenti (+77,9%), soprattutto dopo l’abrogazione dei voucher per il lavoro accessorio. Aumentano i lavoratori somministrati (+23,8%). La crescita degli occupati è più marcata tra gli over 50 (+349mila sul 2016), provocata anche dall’allungamento dell’età pensionabile (e dall’andamento demografico). Quella degli over 50 è l’unica fascia d’età che nel confronto tendenziale segna un aumento dei senza lavoro (+76mila).

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