Contrattazione

Licenziamenti illegittimi, gli indennizzi aumentano a 36 mensilità

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

La spallata al Jobs act si allarga anche alle tutele crescenti: in caso di licenziamento illegittimo, l’indennità massima, oggi fissata a 24 mensilità, salirà a 36. La minima potrebbe salire da 4 a 6 mensilità. Confermato il giro di vite sui contratti a termine e sulla somministrazione, mentre viene fatto salvo lo staff leasing.

Dopo una serie di riunioni tecniche e politiche, che si sono protratte nel weekend, l’ultima bozza del decreto estivo esaminata al consiglio dei ministri ieri in tarda serata, ha introdotto dei correttivi in direzione di un deciso rafforzamento degli strumenti che il governo Conte - su pressing del vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio - vuole mettere in campo per contrastare la precarietà. Il tutto nonostante il coro di critiche sollevato dal mondo produttivo - dall’artigianato all’alimentare, dall’industria al terziario, alle Agenzie per il lavoro -, preoccupato dal rischio che la nuova normativa si traduca in un boomerang con contraccolpi negativi sull’occupazione tutelata. Non a caso, la riunione dei ministri è stata particolarmente accesa, con i rappresentanti della Lega preoccupati per l’impatto negativo su settori che rappresentano una larga fetta del proprio elettorato. Certo non è causale che al Cdm che vara il primo importante provvedimento del governo Conte non fosse presente il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, che ha preferito festeggiare il Palio a Siena.

La novità degli indennizzi che non era presente nella bozza del decreto legge entrata ieri mattina in preconsiglio dei ministri, peraltro, ricalca un emendamento presentato dalla sinistra Pd, da Cesare Damiano, nell’ultima legge di Bilancio, eppoi ritirato per la contrarietà della precedente maggioranza.

Altre novità di peso riguardano il contratto a termine che può essere stipulato senza causali fino a 12 mesi (rispetto agli attuali 36 mesi); l’eventuale rinnovo deve essere giustificato da una di queste tre ragioni: temporanee ed oggettive, estranee all’ordinaria attività del datore di lavoro, nonché sostitutive; connesse ad incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria; relative a lavorazioni e a picchi di attività stagionali. Il ripristino delle causali, secondo le imprese di praticamente tutti i settori produttivi, si tradurrà in una ripresa del contenzioso che, a partire dal decreto Poletti del 2014, si è più che dimezzato. Le proroghe dei contratti a termine, inoltre, scenderanno da 5 a 4 e si applicherà un aumento del costo contributivo di 0,5 punti per ogni rinnovo (la versione precedente della bozza prevedeva che scattasse a partire dal secondo rinnovo) - in aggiunta all’incremento dell’1,4% a carico del datore di lavoro introdotto già dalla Fornero - destinato a finanziare la Naspi, la nuova indennità di disoccupazione.

Entra nel Dl la disciplina transitoria: le nuove disposizioni trovano applicazione ai contratti di lavoro a tempo determinato di nuova sottoscrizione, e nei casi di rinnovo dei contratti in corso all’entrata in vigore del nuovo decreto.

Pesante anche la stretta sulla somministrazione che viene equiparata di fatto alla nuova disciplina dei contratti a termine, e soggetta agli stessi vincoli. Dunque, al lavoratore da somministrare si dovrà applicare la normativa del contatto subordinato a tempo determinato, le Agenzie per il lavoro potranno avere fino al massimo del 20% di assunti con contratti a termine, una percentuale calcolata rispetto all’organico complessivo assunto a tempo indeterminato. «Hanno reso la somministrazione impossibile perché senza toccare il contratto di somministrazione impediscono alle Agenzie di assumere a termine per somministrare lavoro alle imprese utilizzatrici», commenta Arturo Maresca (ordinario di diritto del lavoro a La Sapienza). Preoccupazione viene espressa da Assolavoro che chiede un incontro con il ministro Di Maio: «Si determinerebbe una forte riduzione occupazionale per i lavoratori in somministrazione - sostiene - unitamente ad una riduzione della durata dei rapporti di lavoro con il nuovo regime delle proroghe, e con riflessi per i 10mila dipendenti diretti delle Agenzie occupate stabilmente nei 2.500 sportelli diffusi sull’intero territorio».

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