Contrattazione

Contratti a tempo, periodo transitorio a ottobre

di Giorgio Pogliotti

Un periodo transitorio fino al 31 ottobre per l’applicazione delle nuove norme ai contratti a tempo determinato in corso. Le Agenzie di somministrazione saranno esentate dall’applicazione delle causali, che varranno per le aziende utilizzatrici. Niente “stop and go”- ovvero niente pausa tra un contratto e l’altro - per il lavoro in somministrazione. E ripristino dei voucher in agricoltura, nel turismo e per gli enti locali con un periodo di utilizzo esteso dagli attuali 3 a 10 giorni.

Alla scadenza di ieri sera alle 20 tra il migliaio di emendamenti al Dl 87 presentati nelle commissioni Lavoro e Finanze della Camera, sono queste le ultime novità che arrivano dalla maggioranza, frutto di una serie di interminabili riunioni tra i tecnici della Lega e del M5s, che hanno prodotto ripensamenti e riformulazioni di precedenti proposte al testo che sarà portato nell’Aula di Montecitorio il 26 luglio. Sempreché la maggioranza non decida di presentare nuove correzioni al testo direttamente in Aula. «Tutto è migliorabile» ha spiegato il vicepremier Matteo Salvini«proporremo alcuni miglioramenti: il voucher, che nei lavori stagionali, in agricoltura, nel commercio, nei servizi è fondamentale, e cercheremo di ridurre le possibilità di litigare fra imprenditori e dipendenti». Il riferimento è alla reintroduzione delle causali che determinano il contenzioso, finite nel mirino di tutto il mondo imprenditoriale. Il M5S esclude modifiche, in audizione la Cisl ha proposto di affidare la regolazione delle causali alla contrattazione.

In vista della ripresa dell’esame del Dl 87 nelle commissioni lunedì, ieri anche i consulenti del lavoro, nell’audizione alla Camera hanno sottolineato come la «scelta legislativa di non lasciare ambiti di determinazione alla contrattazione collettiva, rende molto rigida la norma che, in termini occupazionali, potrebbe rendere più difficile il ricorso a questa tipologia di contratto». Il monito dei consulenti del lavoro è a «riconsiderare la formulazione delel causali per impedire momenti di incertezza interpretativa», affinché «possano garantire gli obiettivi prefissi con il decreto senza introdurre motivi di ulteriore difficoltà applicativa ed interpretativa, causa di contenzioso». Gli stessi consulenti del lavoro sollecitano la definizione di un periodo transitorio, perchè «è indubbio il rilevante impatto per il cambio di registro, radicale, nella gestione dei rapporti di lavoro a tempo determinato», l’impatto è «amplificato dall’immediata applicazione delle nuove norme anche ai contratti in corso, sebbene limitatamente alle proroghe ed ai rinnovi». La conclusione è che «per consentire la dovuta introduzione graduale del nuovo regime, è necessaria la previsione di un momento transitorio che sposti in avanti nel tempo l’efficacia del Dl».

Resta confermato l’incentivo alla stabilizzazione dei contratti a termine sotto forma di una “partita di giro” che consiste nella restituzione all’impresa dello 0,5% che scatta per ogni rinnovo. Anche se resta da chiarire come verrà finanziata la Naspi per i contratti a termine che per effetto del turn over perderanno il lavoro, dal momento che l’aggravio dello 0,5% introdotto dal Dl serviva proprio a finanziare l’indennità di disoccupazione. Il ministro per la Coesione territoriale, Barbara Lezzi, ha annunciato che potrebbe entrare nel decreto dignità anche un allargamento del bonus Sud per le assunzioni e l’estensione del vincolo del 34% per gli investimenti pubblici al Mezzogiorno anche per le Ferrovie e Anas.

Quanto alle norme del pacchetto fiscale del Dl 87, i tecnici del Servizio Bilancio della Camera sollecitano un approfondimento sulle minori entrate contributive attribuite alle norme, su cui la relazione tecnica «non esplicita gli elementi di calcolo considerati ai fini della stima». Sullo spesometro, in particolare, si chiede di verificare l’effettiva assenza di effetti finanziari dovuti allo slittamento del termine della comunicazione dei dati relativi al terzo trimestre 2018. Con l’introduzione delle comunicazioni trimestrali Iva in chiave anti evasione, erano state attribuite maggiori entrate per 2,11 miliardi (2017), per 4,23 miliardi (2018) e 2,77 miliardi (dal 2019).

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