Contrattazione

Bancari, commissione di controllo sulle vendite di prodotti finanziari

di Cristina Casadei

A due anni dall’accordo Abi e sindacati sulle politiche commerciali e l’organizzazione, ieri si è insediata la commissione bilaterale che avrà il compito di verificare il rispetto dell’accordo. Molto più di una pura formalità, perché è un ulteriore punto di riferimento per ispirare i rapporti tra banche, bancari e clientela.

Punto di riferimento che, come hanno detto ieri i segretari generali di Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin uscendo da Palazzo Altieri, non possono essere i sistemi incentivanti legati alla vendita dei prodotti che secondo il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, «sono il cuore del problema delle pressioni commerciali». L’accordo del 2017 è stato «sostanzialmente inapplicato e di fatto ignorato dagli stessi gruppi bancari che nel frattempo hanno approvato gli accordi aziendali, nei quali, con sole due marginali eccezioni, non sono stati recepiti i passaggi più importanti relativi proprio ai sistemi incentivanti», continua Sileoni. «Il nostro obiettivo è slegare i sistemi incentivanti dalla vendita dei prodotti finanziari e dal raggiungimento degli obiettivi commerciali individuali, di filiale e di gruppo», aggiunge. Da questo punto di vista, l’insediamento della commissione, per il neosegretario generale della Fisac Cgil, Giuliano Calcagni, rappresenta «una piccola svolta» perché «la commissione ha potere inquirente rispetto ai sistemi incentivanti, può avocare a sé tutti i modelli e verificarne la coerenza rispetto all’accordo». Superando la proverbiale riservatezza degli istituti, tutte le informazioni potranno essere usate «per un’indagine pubblica, svolta da un ente terzo, immagino un’Università» e questo «mi sembra un elemento di grande civiltà sindacale», sostiene Calcagni.

La prima riunione della Commissione, secondo quanto spiega Abi, è stata calendarizzata dopo le vacanze. Proprio in quell’occasione saranno avviate le attività, secondo quanto già previsto dall’accordo, per acquisire informazioni sui sistemi di incentivazione e per realizzare l’indagine di clima settoriale. Si tratta di «un’indagine indipendente sul clima che si vive oggi fra i lavoratori bancari - spiega Riccardo Colombani della First Cisl - che ci permetterà di avere un quadro di dettaglio del sistema. Peraltro una nostra recente ricerca a campione mostra che le pressioni commerciali sono uno degli elementi di maggiore produzione di stress lavoro correlato». Tra i lavoratori bancari, anche il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, segnala «un profondo malessere, registrato in modo chiaro anche da questionari fatti tra gli iscritti, per le crescenti e pervasive pressioni che subiscono per vendere i prodotti finanziari e raggiungere budget sempre più ambiziosi».

Cosa farà la Commissione? Come spiega Abi dovrà acquisire informazioni, diffondere le buone pratiche e eventualmente realizzare iniziative congiunte in materia di politiche commerciali, informazione, formazione e comunicazione, sistemi di incentivazione. Poi interloquire con le commissioni o gli organismi bilaterali nelle aziende. In un’ottica di prevenzione, la commissione potrà avviare una comune azione per favorire la conoscenza e la consapevolezza dell’accordo, puntando sulla diffusione della cultura finanziaria etica e responsabile, sull’informazione, sulla formazione, sulla comunicazione, sull’ascolto attivo, sul clima aziendale, sui momenti di dialogo e sulle modalità di monitoraggio e diffusione delle buone pratiche. Ogni anno la Commissione farà una relazione annuale della propria attività, con l’obiettivo di diffondere le buone pratiche. Nell’ambito della commissione, spiega Abi, saranno concordati criteri e modalità per avviare un’indagine di clima tramite soggetti terzi, i cui risultati saranno oggetto di analisi da parte della Commissione. Infine l’ente potrà essere la sede di momenti di confronto nei casi in cui sorgano significative questioni riferite a fattispecie di rilievo, di carattere generale e non relative a singoli casi che non trovano una soluzione nelle sedi aziendali .

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