Contrattazione

Assemblee e voto da remoto anche sul via libera agli accordi

Le ultime stime dell’osservatorio sullo smart working del Politecnico di Milano, in questa fase emergenziale, parlano di oltre 6 milioni di smart worker, un numero decuplicato rispetto a un anno fa appena. Molti sono altamente “digitalizzati”, spesso impegnati in attività di servizio, dalle banche, alle assicurazioni, alla consulenza, al commercio digitale, fino ad arrivare alla Pa. Per tutti la contrattazione forse è rallentata, ma non si è mai fermata in questi mesi. Tanto a livello aziendale, quanto a livello nazionale. Si pensi a tutti gli accordi fatti per la salute e sicurezza dei lavoratori, agli integrativi, ai rinnovi dei ccnl. Dalle banche agli alimentaristi, passando per il vetro, la gomma plastica, il legno arredo, la ceramica, l’occhialeria, le tlc, la sanità privata, solo per citarne alcuni di quelli chiusi. Poi ci sono i contratti scaduti e aperti. Dalla moda fino alle assicurazioni. E alla meccanica che ha preferito le trattative in presenza. Ancora ieri, i rappresentanti di Federmeccanica e Fiom, Fim e Uilm si sono incontrati fisicamente. Molta parte delle trattative,in tutti i settori, però, si è svolta da remoto. Modalità per niente facile, anche perché le delegazioni trattanti sono sempre molto numerose, dell’ordine di centinaia di persone, e lo scambio di visione sui contenuti tra le parti è fondamentale per arrivare alla sintesi. Per fare l’accordo, sia da remoto sia in presenza, serve però il mandato dei lavoratori che vanno informati e consultati. Da remoto, anche qui operazione non facile per i sindacati. E, poi, fatto l’accordo, i lavoratori devono approvarlo. In questi mesi, nei limiti del possibile, i rappresentanti dei lavoratori hanno sempre cercato di mantenere il rapporto con la base. Spesso con l’aiuto delle aziende stesse.

Almeno in un caso, quello dei bancari, le parti hanno definito una cornice nazionale per garantire il diritto alle assemblee del personale. Per la prima volta, hanno spiegato Abi e i sindacati (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin), sono state individuate, con regole a livello di settore, idonee soluzioni operative affinché siano possibili – in via sperimentale fino al 31 marzo 2021 - assemblee sindacali “in remoto”. Anche gli assicurativi (Fisac Cgil, First Cisl, Uilca, Fna, Snfia) chiederanno ad Ania che durante l’attività in smart working siano garantiti i diritti sindacali e la tecnologia necessaria per garantire la comunicazione tra i lavoratori e i loro rappresentanti e anche per partecipare alle assemblee in modalità online, con possibilità di votare, dal momento che oltre il 95% dei lavoratori dei centri direzionali lavora da remoto e in futuro questa modalità di lavoro continuerà, seppure con equilibri diversi. Allo stesso modo nel protocollo sullo smart working siglato nelle tlc da Asstel e Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, ed entrato a far parte del nuovo contratto, era stato sancito che le particolari caratteristiche che connotano il lavoro agile non modificano il sistema di diritti e libertà sindacali, individuali e collettivi, sanciti da legge e contrattazione. In particolare, su richiesta dei soggetti titolari del diritto di assemblea, le aziende si sono impegnate a garantire l’esercizio di tale diritto anche con l’utilizzo di strumenti di collegamento e comunicazione.

Nora Garofalo, segretario generale della Femca Cisl che, in questi mesi, insieme alla Filctem Cgil, guidata da Marco Falcinelli, e alla Uiltec, guidata da Paolo Pirani, hanno siglato diversi contratti di categoria, dal vetro alla gomma plastica alla ceramica, all’occhialeria, oltre a molti accordi aziendali, spiega che «la situazione determinata dal Covid sta sicuramente rendendo più difficoltoso il percorso di partecipazione dei lavoratori alla definizione degli accordi che richiedono la loro approvazione. Sono state adottate delle modalità per garantire comunque la massima partecipazione e il maggior coinvolgimento possibile». Nel settore del vetro, per esempio, i disagi sono stati ridotti al minimo per la peculiarità del comparto che vede la presenza di poche e per lo più grandi aziende. Qualche difficoltà in più si è avuta nella gomma plastica, per la maggiore presenza di aziende di medio-piccole dimensioni. In questo settore i sindacati hanno chiesto e ottenuto dalle controparti lo slittamento di un mese della data utile per la ratifica del contratto e hanno introdotto una procedura standard ad hoc, con la consegna ai lavoratori della sintesi del contratto e di una scheda su cui esprimere il consenso, poi raccolta da una commissione in azienda. Nelle realtà più grandi, dotate di spazi idonei, le assemblee si sono regolarmente svolte in presenza, anche se si è reso necessario tenerne un maggior numero per evitare assembramenti. In alcune realtà importanti, raccontano i sindacati, hanno votato il 100% dei lavoratori, come alla Tekspan di Torino, alla Prometeon di Milano e alla Triveneta Cavi di Vicenza. Percentuali superiori al 75% alla Michelin di Torino, alla Trelleborg di Roma e alla Bridgestone di Bari.

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