Contrattazione

Licenziamenti, l’ipotesi della miniproroga

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

Una nuova proroga con durata differenziata degli ammortizzatori d’emergenza, che prepari il campo a una riforma degli strumenti di sostegno al reddito per costruire una rete di protezione sociale estesa sostanzialmente a tutte le imprese e a tutti i lavoratori, rimodulando durate e contribuzioni. Un percorso da accompagnare con il contemporaneo decollo delle politiche attive del lavoro, con la rapida messa a regime dell’assegno di ricollocazione, reintrodotto dal 1° gennaio a favore dei cassintegrati e dei disoccupati in Naspi, accanto a una robusta spinta su formazione e riqualificazione delle competenze (con le risorse della legge di Bilancio e del Recovery Plan). Il tutto accompagnato da una nuova miniproroga del divieto di licenziamento per motivi economici, in scadenza a fine marzo e in vigore dal 17 marzo 2020. Tra le ipotesi allo studio c’è quella di optare per una mini-proroga generalizzzata di uno/due mesi (fino a fine aprile o al massimo fino all’estate), per poi proseguire con il blocco dei licenziamenti limitato alle sole realtà produttive ancora in affanno (che utilizzano, cioè, la Cig covid-19 gratuita).

Sono queste alcune ipotesi su cui ha iniziato a ragionare il neo ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che oggi incontra le imprese, dopo il faccia a faccia di domenica con i sindacati. Orlando, nelle sue prime parole, non è entrato nel dettaglio delle questioni, preferendo, in questa fase iniziale, una linea di ascolto e condivisione con le parti sociali.

Il neo ministro ha comunque impresso all’agenda una serrata tabella di marcia, consapevole delle urgenze chiamato ad affrontate. Per fine mese il ministro Orlando si presenterà alle parti sociali con un documento con le linee guida della riforma degli ammortizzatori sociali. Gli ultimi numeri sul mercato del lavoro, del resto, hanno acceso più di un campanello d’allarme: il 2020 si è chiuso con 444mila occupati in meno; il conto più salato della crisi è stato pagato soprattutto da giovani, donne, lavoratori precari. Secondo le ultime stime ufficiali, con la fine del blocco dei licenziamenti potrebbero perdere l’impiego altre 250mila persone.

Orlando eredita un lavoro preparatorio condotto dal governo Conte in vista del varo del nuovo decreto Ristori, per il quale il Parlamento ha votato il ricorso a 32 miliardi di nuovo deficit. Tra le misure condivise dal precedente esecutivo c’è la proroga differenziata della Cig Covid-19, in aggiunta alle 12 settimane gratuite concesse dalla legge di Bilancio 2021: ulteriori 8 settimane per il settore industriale (e per i settori coperti dalla Cigo), e 26 settimane di cassa integrazione Covid per i settori coperti dalla Cig in deroga e dall’assegno ordinario, queste ultime da utilizzare entro il 31 dicembre 2021. Per chi non accede a tali trattamenti, ma li ha utilizzati in passato, è previsto l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali. Per i lavoratori dello spettacolo, stagionali, stagionali del turismo, intermittenti, autonomi privi di partita Iva, è invece in pista un’ulteriore indennità. Il “pacchetto lavoro” nel nuovo decreto Ristori in via di definizione, prevede anche nuova cassa per i lavoratori Ilva, il potenziamento della Naspi e della dote del reddito di cittadinanza; pesa circa 10 miliardi di euro in termini di saldo netto da finanziare, di cui circa 7 di impatto sul deficit.

L’ipotesi di una mini proroga del blocco dei licenziamenti, unita a nuove settimane di Cig Covid-19 trova d’accordo la presidente della commissione Lavoro della Camera, Debora Serracchiani: «Dobbiamo immaginare un’uscita graduale dalla misure emergenziali a tutela dell’occupazione messe in campo opportunamente in questi mesi - spiega la giuslavorista Dem -. Per aiutare imprese e lavoratori a uscire dalla crisi è necessario anche puntare sui contratti di solidarietà, migliorare la Naspi, e far decollare rapidamente le politiche attive, dopo i primi investimenti inseriti in manovra».

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