Contrattazione

Piattaforme al tappeto sulle multe. Verso un maxi ricorso

di Stefano Elli

Innanzitutto l’entità della sanzione applicata alle quattro società del delivery colpite dall’indagine della procura di Milano: 733 milioni. La procura non ha inteso specificare l’ammontare preciso per ciascuna insegna.

Da fonti investigative si apprende, tuttavia, che la cifra delle contestazioni dovrebbe essere proporzionale al numero di rider impiegati da ciascuna persona giuridica. Ecco allora l’importanza del loro numero: stando alle cifre fornite dalla procura la società con le sanzioni più elevate dovrebbe dunque essere Foodinho (Glovo) che conta su un piccolo esercito di rider: 28.836 unità, a seguire Deliveroo Italy (19.510 rider), al terzo posto Uber Eats (8.523 rider) e la meno colpita potrebbe essere Just Eat che ha 3.642 fattorini. Il risultato complessivo è 60.511 persone, la cui riqualificazione professionale da lavoratori autonomi occasionali in lavoratori parasubordinati, come esplicitamente richiesto dalla procura, potrebbe produrre ulteriori sanzioni (anche retroattive) sia targate Inps, sia targate Inail (entrambi gli istituti interpellati dal Sole 24 ore non hanno voluto pronunciarsi in merito) che farebbero impennare il saldo finale delle sanzioni oltre il miliardo di euro. Nessun commento anche dalle società coinvolte.

A due giorni dalle notifiche dei provvedimenti consegnati dai Carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro le quattro società - sentite dal Sole 24 ore - non intendono esporsi con dichiarazioni di merito: «Stiamo valutando il da farsi» dice Just Eat, «Siamo fermi alle posizioni di Assodelivery già espresse ieri» fanno sapere da Deliveroo e da Foodinho-Glovo. Solo Uber Eats Italy, branch di Uber Italy sottoposta a un provvedimento di amministrazione giudiziaria si dice «disponibile a collaborare con le istituzioni».

L’ipotesi più concreta è che le società stiano davvero cercando una via di uscita, meditando di agire con ricorsi per le sanzioni amministrative di competenza di Inps, dell’Ispettorato del lavoro e dell’Istituto nazionale delle assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro (Inail) e lo potranno fare impugnando i provvedimenti con ricorsi di tipo amministrativo gerarchico. Evidentemente, lo potranno fare soltanto quando gli istituti coinvolti abbiano quantificato il danno. Non è altrettanto chiaro se potranno farlo anche per le sanzioni proposte dalla procura della Repubblica in ordine alle violazioni del decreto legislativo 81 del 2008: cioè il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro: il testo sulla base del quale, calcolando le pene edittali previste per ciascuna violazione, si è giunti alla quantificazione della cifra monstre richiesta agli indagati. «In questo caso per ottenere l’estinzione del reato dovranno pagare almeno un terzo della cifra richiesta – spiega Roberto De Vita, avvocato penalista — e adempiere alle richieste della procura».

E se non dovessero pagare? «In questo caso la procura non estinguerebbe i reati e darebbe corso definitivo al procedimento con tutte le tappe tipiche di un’inchiesta penale. Con avviso di conclusione delle indagini, richiesta di rinvio a giudizio e quello che ne consegue». «Gli ultimi bilanci disponibili (tutti i bilanci depositati sono relativi all’esercizio 2019, mentre sono attesi quelli del 2020 anno dello scoppio pandemico, che ha fatto decollare i volumi di affari nel settore ndr) – dice Gian Gaetano Bellavia, commercialista esperto di patologie finanziarie – non raccontano di un settore in dinamica espansione. Eccezion fatta per Just Eat che ha una crescita degli utili di 4 milioni di euro». La domanda è pagheranno o preferiranno andare a giudizio?

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©