Contrattazione

Restyling in vista per i contratti a termine

di C.Pog. e Cl.T.

Un robusto restyling del Decreto dignità per arrestare l’emorragia di rapporti a termine, anche in vista dell’imminente stagione estiva. Insieme ad un mix di incentivi fiscali e sgravi per ridurre anche i costi sul lavoro a tempo determinato e favorire le stabilizzazioni e i contratti d’apprendistato, soprattutto a vantaggio dei giovani. Per attenuare l’impatto delle ristrutturazioni aziendali sulla disoccupazione, si ragiona anche sull’estensione del contratto d’espansione anche alle imprese medio-piccole. E per ridurre l’esercito di inattivi, c’è l’impegno a far decollare subito le politiche attive, per reinserire nel mercato del lavoro chi è stato espulso o è scoraggiato.

Sono le quattro leve su cui punta il governo Draghi per rispondere rapidamente alla doccia fredda arrivata ieri dall’Istat, e ad un quadro economico ancora ricco di incognite. Iniziamo dai contratti a termine che rappresentano il principale canale di ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, ma sono stati caricati di costi, prima dalla legge Fornero che ha introdotto un contributo dell’1,4%, poi dal decreto dignità che ha aggiunto un’addizionale dello 0,5% in occasione di ogni proroga o rinnovo. Nel governo si pensa, almeno di sterilizzare l’addizionale, o mettere in campo altri incentivi per favorire la stipula di contratti a termine e la loto successiva stabilizzazione, insieme ai contratti d’apprendistato. C’è poi un altro grande disincentivo, rappresentato dalle causali legali molto rigide del decreto dignità che scoraggiano le imprese, perchè temono l’insorgere di contenziosi. La deroga al decreto Dignità contenuta nel decreto Sostegni, consente fino alla fine dell’anno alle imprese di prorogare o rinnovare i contratti a tempo determinato senza ricorrere alle causali. Ma serve di più. Per favorire l’occupazione giovanile si dovrà poi lavorare al decollo del sistema duale per legare scuola e formazione alle esigenze delle imprese.

Quanto al contratto d’espansione, rivolto ai lavoratori che si trovino a non più di 60 mesi dalla pensione, si ragiona sull’estensione alle imprese sotto la soglia dimensionale di 250 dipendenti, fino a 100 o 150. Il dossier è all’esame dell’esecutivo che sta pensando di rifinanziare lo strumento di gestione dei processi di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale nella prossima legge di Bilancio.

Ma la leva fondamentale, nell’attuale scenario, è quella delle politiche attive del lavoro. Il minsitro del Lavoro, Andrea Orlando, ha indicato l’obiettivo della personalizzazione degli interventi per migliorare le chances occupazionali, attraverso un modello di cooperazione pubblico-privato. In legge di bilancio sono assegnati 500 milioni per la creazione del programma Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (Gol), e per la riforma dell’assegno di ricollocazione. L’Adr è da usare nei centri per l’impiego o le agenzie per il lavoro accreditate per l’erogazione dei servizi di accompagnamento all’inserimento lavorativo. Se riesce a ricollocare la persona, scatta un importo fino 5mila euro, a seconda della difficoltà di inserimento. Le norme ci sono, ma mancano ancora i provvedimenti attuativi.

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