Contrattazione

I sindacati: un posto nella governance Recovery per misurare gli occupati

di Giorgio Pogliotti

Una valutazione delle ricadute economiche ed occupazionali delle misure del Recovery Plan, con una presenza delle parti sociali nella governance per verificare e monitorare lo stato d’attuazione del Pnrr. Insieme ad un piano straordinario sul lavoro, alla proroga uniforme del blocco dei licenziamenti alla fine di ottobre, con l’impegno a trovare una soluzione flessibile sul versante pensionistico per evitare che con la scadenza a fine anno di Quota 100 si torni al regime della Fornero.

È questo, in estrema sintesi, il ventaglio di richieste avanzate dai leader di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri che ieri, al termine dell’ora e mezza di incontro con il premier Mario Draghi, hanno valutato positivamente la «disponibilità» del presidente del consiglio ad un coinvolgimento delle parti sociali nella valutazione sugli impatti occupazionali del piano. Sulla necessità di far decollare un «piano straordinario» per l’occupazione ha insistito Landini: «Abbiamo chiesto che ogni progetto delle sei missioni indichi anche quanti posti di lavoro determineranno gli investimenti - ha detto il leader della Cgil-. C’è bisogno di lavoro stabile, non precario. Deve essere questo l’obiettivo centrale del piano. Vogliamo essere coinvolti nella discussione sul dettaglio dei progetti per capire quali sono i risultati attesi e le ricadute sociali. Vogliamo essere coinvolti non solo su come si gestisce, ma anche su come fare le riforme che devono accompagnare il piano».

La riposta del premier non si è fatta attendere, visto che si è impegnato a riconvocare i leader sindacali dopo il 1° maggio. «Abbiamo chiesto con forza di coinvolgere le parti sociali nella governance del Recovery Plan e trovato la massima disponibilità di Draghi a interloquire in modo permanente con imprese e sindacati - è il commento di Sbarra -. Il premier ha detto che sull’attuazione del piano serve una grande mobilitazione collettiva, che accogliamo. Per noi è fondamentale accompagnare la fase di attuazione del piano con il monitoraggio di ogni singolo progetto, la verifica del rispetto dei tempi, della concreta ricaduta in ambito sociale e occupazionale di ogni misura attuata». Il numero uno della Cisl ha anche rilanciato una proposta su cui insiste da tempo: «Abbiamo chiesto di valutare la necessità di accompagnare l’attuazione del piano con un patto sociale - ha aggiunto Sbarra - che tenga insieme governo, associazioni datoriali e organizzazioni sindacali per puntare sulla crescita, sullo sviluppo e sul rilancio degli investimenti».

Ha, invece, sollevato una questione di metodo il numero uno della Uil, spiegando che «è molto difficile esprimere un giudizio su un Piano sul quale non è stato possibile confrontarsi, non avendo potuto leggere un testo scritto». Bombardieri ha chiesto che, «così come accade in Francia, al Piano siano allegate anche le posizioni espresse dalle parti sociali. Inoltre abbiamo insistito affinché sia stabilito un cronoprogramma degli interventi, con i conseguenti impatti occupazionali e con una particolare attenzione a donne, giovani e Sud, e affinché il Piano sia accompagnato da un progetto di riforme su Pubblica amministrazione, fisco, ammortizzatori sociali e giustizia, per le quali vogliamo dare il nostro contributo».

I tre leader sindacali hanno anche espresso preoccupazione per la conclusione del blocco dei licenziamenti il prossimo 30 giugno nel perimetro dell’industria, ed hanno chiesto di allineare questa scadenza con quella in vigore per le aziende che utilizzano la cassa in deroga o l’assegno ordinario, in prevalenza le piccole e medie imprese del terziario. Il tema questa mattina sarà oggetto del confronto tra le parti sociali e il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che nel pomeriggio ha convocato il tavolo sulla riforma degli ammortizzatori.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©