Contrattazione

Il lavoro in somministrazione recupera i livelli pre pandemia

di Cristina Casadei

Il lavoro in somministrazione recupera i livelli pre Covid. Il termometro delle agenzie dice che c’è una ripartenza, iniziata già da alcuni mesi: la curva di persone occupate in somministrazione, secondo i dati del primo trimestre dell’anno (che ci anticipa Assolavoro), ha ripreso a salire. Al punto che ad oggi complessivamente gli effetti della pandemia si possono ritenere per lo più assorbiti. Se torniamo indietro al 2019 (si veda l’infografica in pagina), quindi all’anno in cui non si avevano nemmeno le avvisaglie della pandemia, il confronto ci dice che nel 2021, per i primi mesi dell’anno, possiamo parlare di netto superamento del numero dei lavoratori. Se poi confrontiamo i dati del 2021 con il 2020, il quadro che emerge nel primo trimestre è ancora una volta di superamento. E lo è non solo per il numero di lavoratori, ma anche in termini di ore lavorate mensili pro-capite, retribuzione oraria e retribuzione lorda mensile. Sia per i contratti a tempo determinato che indeterminato.

Un anno dopo la pandemia

Secondo quanto spiega Assolavoro, nel 2020 vi è stato uno tsunami nel mondo del lavoro, con un calo di quasi 900mila occupati, un tasso di disoccupazione che in generale ha raggiunto le due cifre e coinvolto oltre un giovane su tre. E una preoccupante crescita degli inattivi. La somministrazione ha inizialmente seguito l’andamento del mercato, con una caduta nei mesi centrali del 2020 (si veda ancora l’infografica), dovuta soprattutto al crollo verticale di attività come il commercio al dettaglio, gli alberghi, la ristorazione e i bar. Per poi riprendersi nell’ultimo trimestre, grazie alla capacità della somministrazione di intercettare in anticipo i trend di mercato e di impiegare i lavoratori in settori in forte espansione, come la logistica, le comunicazioni, la pubblica amministrazione e la sanità.

La formazione mirata

La transizione dei lavoratori da un settore all’altro è stata possibile in parte grazie alla conoscenza del mercato che hanno le agenzie, in parte grazie alla formazione mirata al placement erogata dalle agezie attraverso il Fondo Formatemp. Un numero soltanto per capire: nel 2020 sono stati erogati oltre 44mila progetti formativi, di cui il 50% in aula virtuale. Questa capacità di intercettare in anticipo la domanda e la reattività, grazie anche alla formazione, sono alla base della resilienza del settore. A raccontarcela meglio sono due dati sottolineati da Assolavoro. Se noi confrontiamo gli ultimi tre mesi del 2020 con gli ultimi tre del 2019, gli occupati in somministrazione sono cresciuti dell’1,9%, mentre il mercato del lavoro è calato dell’1,8%. Anche in termini di full time equivalent il primo dato segna una crescita del 5,2%, mentre il secondo una perdita del 7,3%.

Giovani e donne

Mentre la pandemia ha penalizzato maggiormente l’occupazione di giovani e donne, è a loro che sono rivolte molte misure introdotte dal Governo anche negli ultimissimi provvedimenti (si pensi soltanto agli appalti per fare un esempio). Nel settore della somministrazione un occupato su due ha meno di 35 anni, quando nel mercato del lavoro questo dato si ferma poco sopra il 20%. Da notare che le donne, in questa fascia di età, sono il 52%. Prendendo invece la media complessiva, allora nella somministrazione è donna oltre un lavoratore su 5.

Si rafforza il welfare

Nel bilancio dell’anno della pandemia il sistema ha rafforzato l’impegno su due fronti: il primo è quello degli ammortizzatori, l’altro è il welfare. L’ente bilaterale nazionale per il lavoro temporaneo, Ebitemp, ha infatti distribuito più di 9,5 milioni di euro in welfare, con oltre 40mila domande di prestazioni arrivate da 18mila lavoratori in somministrazione. Con la pandemia l’ombrello dell’ente si è allargato: sono stati stipulati accordi tra le Parti Sociali ed istituite 14 nuove prestazioni. La prestazione maggiormente richiesta, che rappresenta il 79.41% dell’importo sino ad oggi erogato, è l’Indennità per isolamento domiciliare dovuto al Covid-19. Segue il Contributo per la didattica a distanza rivolto a chi ha figli o minori sotto tutela o figli iscritti a corsi legali di laurea, fiscalmente a carico, con il 6,9%, e il Contributo per chi ha svolto attività di lavoro in smart working con il 4,7%.

La molteplicità delle variabili

Se i numeri ci dicono il quanto, però non bastano per una piena interpretazione e a dire che siamo tornati in una condizione simile a quella pre crisi. Questo perché è il mondo del lavoro ad essere cambiato in maniera ancora più repentina di quanto sia accaduto nel recente passato. La digitalizzazione ha invaso in maniera prepotente ogni ambito e ogni tipologia di professionalità e impone a tutti, a partire dalle Agenzie di rispondere sempre tempestivamente alle esigenze nuove del mondo del lavoro. La molteplicità delle variabili rende difficile ogni previsione per la fine dell’anno ma c’è un dato, ossia i 900mila posti di lavoro già andati in fumo durante la pandemia, che ci costringe a dire che per arginare questa fase del mercato del lavoro tutti gli attori coinvolti (si veda intervista in pagina) devono agire presto e insieme, nella direzione di una più forte collaborazione tra pubblico e privato e di un maggiore orientamento al placement della formazione.

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