Contrattazione

Contratto di espansione: sconti fino a 55mila euro sui prepensionamenti

di Valentina Melis e Antonello Orlando

Tagli significativi sui costi dei prepensionamenti con il contratto di espansione ridisegnato dal Dl Sostegni-bis. In base ai calcoli messi a punto dal Sole 24 Ore del Lunedì, per le aziende fra 100 e 1.000 dipendenti i risparmi dovuti all’aiuto statale possono arrivano fino a 39mila euro, e per le imprese con più di mille dipendenti che si impegnano a fare una assunzione ogni tre prepensionamenti, possono raggiungere 55mila euro.

I calcoli in pagina sono stati fatti ipotizzando, come punto di partenza, una retribuzione annua lorda di 50mila euro e l’accompagnamento del lavoratore alla pensione anticipata o di vecchiaia.

Platea più ampia

Il contratto di espansione è uno strumento per la riorganizzazione delle aziende introdotto nel 2019, nel decreto legislativo 148/2015 sugli ammortizzatori sociali (articolo 41). Ha diverse finalità: nuove assunzioni (obbligatorie, per acquisire nuove competenze), formazione del personale (obbligatoria, con la possibilità di usare una speciale cassa integrazione straordinaria per ridurre le ore di lavoro), possibilità di prepensionamenti.

Con il decreto Sostegni-bis (Dl 73/2021, in vigore dal 26 maggio, all’esame del Parlamento per la conversione in legge), il contratto di espansione si è aperto a una platea generalizzata di aziende. Infatti, l’articolo 39 del Dl ha abbassato da 250 a 100 unità lavorative la soglia dimensionale delle imprese, anche riunite in gruppo, che possono accedere ai prepensionamenti legati a questo strumento. Una riduzione significativa, se si pensa che la norma, nel 2019, aveva previsto un requisito di più di 1.000 unità lavorative, senza consentire di sfruttare i gruppi d’imprese.

La soglia scende a 100 unità anche per l’uso della speciale Cig straordinaria di 18 mesi, collegata al contratto di espansione e già utilizzata da alcuni grandi player delle telecomunicazioni, che dopo la legge di Bilancio 2021 era stata riservata alle imprese con più di 500 lavoratori. La fisionomia del contratto di espansione resta nel frattempo sempre la stessa, così come la sua scadenza al 31 dicembre 2021.

Assunzioni e formazione

Da un lato, chi accede al nuovo contratto di espansione deve impegnarsi ad assumere nuovi lavoratori a tempo indeterminato, anche attraverso il contratto di apprendistato di mestiere. Non è previsto un numero minimo o massimo delle assunzioni, che andranno perfezionate a oggi entro il 2021, lasciando spazio alla negoziazione con gli interlocutori sindacali che firmeranno il contratto presso il ministero del Lavoro.

Solo nel caso di imprese, anche riunite in gruppo, con più di 1.000 lavoratori che vogliano accedere a uno sconto maggiorato sui prepensionamenti, le assunzioni hanno un valore minimo, proporzionale, di un neoassunto ogni tre lavoratori accompagnati a pensione (lo sconto maggiorato è pari a un valore di Naspi parametrato su un massimo di tre anni, anziché di due anni, come previsto per le altre aziende).

Un altro onere per le imprese è quello della formazione certificata per i lavoratori che restano in azienda, al di là dell’utilizzo o meno delle integrazioni salariali previste (articolo 41, comma 7 del decreto legislativo 148/2015), che sarà quantificata con le rappresentanze sindacali in base alle necessità del programma di riorganizzazione aziendale.

A fronte di queste misure, il datore di lavoro che rientri nel campo di applicazione della cassa integrazione straordinaria, potrà accedervi per un periodo non superiore a 18 mesi, anche non continuativi, in deroga a limiti di durata previsti dagli articoli 4 e 22 del decreto 148/2015 e senza dover pagare alcun contributo addizionale. La riduzione media oraria se si applica la Cig straordinaria è pari al 30% per cento dell’orario dei lavoratori interessati al contratto di espansione, anche se per ciascuno la percentuale di riduzione complessiva potrà arrivare al 100% dell’orario individuale durante il periodo di vigenza del contratto.

Prepensionamenti

Il prepensionamento, della durata massima di cinque anni, potrà decorrere da ultimo a partire dal 1° dicembre 2021 e potrà accompagnare i lavoratori o verso la pensione di vecchiaia o, se con decorrenza anteriore, verso quella anticipata. Nel caso della pensione di vecchiaia, il datore di lavoro riconoscerà al lavoratore un assegno pari alla pensione maturata al momento dell’uscita. Nel caso della pensione anticipata, unirà all’assegno anche il versamento della contribuzione piena fino alla maturazione dei requisiti contributivi della pensione anticipata.

Il contratto di espansione prevede uno “sconto” rispetto a questi costi per i datori di lavoro che è pari al valore della Naspi per un massimo di 24 mesi. Nel caso di imprese o gruppi sopra i 1.000 lavoratori con assunzioni in proporzione 3:1 rispetto alle uscite, lo sconto sale a un valore di Naspi (e contribuzione figurativa per chi va verso la pensione anticipata) di massimo 36 mesi (si veda il grafico sopra).

Un ulteriore elemento a favore dei lavoratori che aderiscono all’esodo sempre e solo su base volontaria, è la clausola anti-esodato del comma 9, che protegge chi è nello scivolo quinquennale da qualsiasi futura riforma pensionistica che porterebbe i requisiti in avanti rispetto a quelli certificati dall’Inps al momento dell’uscita dall’azienda.

Domande e risposta

Che cosa è il contratto di espansione e quanto dura?

Il contratto di espansione è uno strumento previsto per gli anni 2019, 2020 e 2021, da usare in processi di reindustrializzazione e riorganizzazione delle imprese. Per il 2021, possono accedervi le aziende con almeno 100 dipendenti. È un accordo che va stipulato al ministero del Lavoro tra aziende e sindacati, con diverse finalità: l’impresa deve innanzitutto assumere personale. Inoltre, aggiorna le competenze dei lavoratori tramite un piano di formazione certificato. Lo Stato aiuta l’impresa sostenendo le ore di assenza legate alla formazione con una speciale forma di cassa integrazione straordinaria, fino a 18 mesi. Infine, le imprese possono prepensionare alcuni lavoratori più vicini alla pensione Inps, di vecchiaia o anticipata, sempre con un aiuto dallo Stato.

Quali lavoratori sono «prepensionabili»?

Possono accedere al contratto di espansione le aziende, anche riunite in gruppo, con almeno 100 unità lavorative. I lavoratori prepensionabili su base volontaria sono quelli a cui mancano non più di 5 anni dalla prima decorrenza della pensione, ossia la pensione di vecchiaia con 67 anni di età, o la pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi se uomini, 41 anni e 10 mesi di contributi se donne, includendo nei 5 anni anche la finestra di 3 mesi della pensione anticipata. Con il contratto di espansione, l’indennità che spetta al lavoratore nel periodo che lo separa dalla pensione (pari alla pensione che ha maturato al momento dell’uscita) è finanziata dal datore di lavoro, che riceve un contributo dallo Stato calcolato sul valore della Naspi. I contributi in questo periodo non sono riconosciuti dal datore di lavoro, a meno che il primo diritto a pensione non sia rappresentato dalla pensione anticipata.

Grafico

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