Rapporti di lavoro

Per i Fondi bilaterali un ruolo centrale anche sulle uscite

La distanza massima dalla pensione deve essere comunque di cinque anni

di Serena Uccello

Potrebbero essere il futuro degli ammortizzatori sociali e del sistema previdenziale. In questo momento sono uno strumento importante per gestire le crisi occupazionali. Si tratta dei Fondi bilaterali di solidarietà, strumenti disciplinati dagli articoli 26 e seguenti del Dl 148/2015 e nati con l’obiettivo di dare un sostegno al reddito, nel caso di perdita dell’occupazione, ai dipendenti di aziende appartenenti a settori non coperti dalla normativa sull’integrazione salariale, settori cioè non protetti dalla cassa (in questo caso l’istituzione dei Fondi è obbligatoria), oppure prestazioni integrative per quei settori coperti dagli ammortizzatori (è il caso del Fondo del Trasporto aereo).

La mappa

Attualmente esistono i Fondi di Poste, Credito, Assicurativi, Credito Cooperativo, Trasporto Pubblico, Trasporto Aereo, Fondo d’Integrazione Salariale (FIS), Fondo di solidarietà del Trentino, Fondo di solidarietà di Bolzano - Alto Adige Fondo di solidarietà per i lavoratori del settore marittimo. L’ultimo nato è il Fondo Tris (che è un fondo volontario come quello del Trasporto aereo): è stato istituito dal decreto del ministero del Lavoro 108526/2020 e riguarda i lavoratori del settore chimico e farmaceutico.

Si chiamano bilaterali perché nascono dall’accordo tra aziende e sindacati (segue la registrazione al ministero del Lavoro) e vengono sostenuti dalla contribuzione di imprese e lavoratori. Questa contribuzione mensile varia dallo 0,20 allo 0,50 per cento sull’ammontare dell’imponibile (ripartiti nella misura di due terzi a carico del datore di lavoro e di un terzo a carico del lavoratore).

A che cosa servono i Fondi

Oggi sempre di più l’intervento principale dei fondi bilaterali è l’assegno straordinario di integrazione al reddito, che è attualmente tra gli strumenti di prepensionamento più diffusi, al punto da costituire insieme al contratto di espansione la seconda stampella nel processo di accompagnamento dei lavoratori dall’occupazione alla pensione. La norma sul contratto di espansione (articolo 41 del Dlgs 148/2015) precisa infatti che i prepensionamenti regolati dallo stesso contratto possono essere riconosciuti «anche per il tramite dei fondi di solidarietà bilaterali».

In generale, la protezione erogata dai Fondi è molto articolata (tra i Fondi che prevedono il ventaglio più ampio c’è quello del Credito): oltre infatti alle prestazioni integrative del reddito e all’assegno straordinario legato ai prepensionamenti, i Fondi possono contribuire al finanziamento di programmi formativi di riconversione o di riqualificazione professionale.

Pur essendo uno strumento oneroso, il vantaggio per le imprese è quello di poter contare su risorse già accantonate nel caso dell’assegno straordinario per l’accompagnamento alla pensione, e di poter gestire le situazioni di crisi assicurando la copertura della cassa.

Il vantaggio per i lavoratori è quello, allo stesso modo, di avere una copertura sul fronte degli ammortizzatori e la sicurezza dell’assegno straordinario che è pari all’importo della pensione maturata al momento dell’uscita (questo importo sarà adeguato, per il lavoratore, alla fine del periodo di prepensionamento).

Il ricorso ai Fondi necessita di un accordo sindacale al quale seguono le singole adesioni dei lavoratori.

Gli statuti dei Fondi prevedono delle condizioni di incompatibilità: non si può lavorare per competitor diretti dell’azienda esodante. Questa incompatibilità è parziale nel caso di lavori riguardanti un altro settore.

La riforma

«Tutti i datori di lavoro devono iscriversi e contribuire al fondo bilaterale di riferimento. L’iscrizione e il versamento al fondo possono diventare vincolanti per il rilascio del Durc», ha detto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Nella riforma degli ammortizzatori sociali allo studio dello stesso ministro, della quale si comincia a discutere, i Fondi saranno un pilastro. Bisognerà capire dai testi come questo orientamento prenderà forma, tuttavia pare confermata l’intenzione di cancellare la cassa integrazione in deroga (finanziata dalla fiscalità generale) puntando sul rafforzamento dei fondi bilaterali.

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