Contrattazione

Agenzie per il lavoro, a rischio entro fine anno 100mila posti

di Giorgio Pogliotti

È a rischio il posto di 100mila lavoratori in somministrazione entro il prossimo 31 dicembre. Si tratta di personale assunto a tempo indeterminato dalle Agenzie per il lavoro, con missione a termine presso le imprese che, al raggiungimento dei 24 mesi, resteranno senza un’occupazione.

La denuncia arriva dai sindacati Felsa-Cisl Nidil- Cgil, UilTemp che hanno organizzato per questa mattina un presidio sotto il ministero del Lavoro, ma la medesima preoccupazione è condivisa anche dalle Agenzie per il lavoro, per voce di Assolavoro: le parti, all’unisono, sollecitano un immediato intervento del governo di modifica normativa.

L’emergenza è l’effetto del decreto Agosto 2020 (all’art. 8 comma 1 bis del Dl 104) che ha fissato una durata massima di 24 mesi per i lavoratori somministrati assunti a tempo indeterminato dalle Agenzie, ma con missione a termine nelle aziende utilizzatrici, stabilendo però la scadenza del 31 dicembre 2021. «Le precedenti circolari del ministero del Lavoro non prevedevano limiti temporali alla somministrazione a tempo indeterminato - spiega Davide Franceschin, segretario nazionale Nidil Cgil-, per favorire, correttamente, la continuità occupazionale. Questa norma, se non modificata, potrà comportare entro il 31 dicembre 2021 la cessazione delle missioni di 100mila lavoratori, impedendo inoltre la continuità occupazionale anche per gli oltre 350mila assunti con contratto di lavoro in somministrazione a tempo determinato al raggiungimento del 24° mese».

Il termine temporale introdotto dal decreto Agosto 2020 ha modificato il quadro normativo, considerando la circolare n.17 del 31 ottobre 2018 del ministero del Lavoro che non prevedeva alcuna «limitazione per l’invio in missione di lavoratori assunti a tempo indeterminato dal somministratore», pertanto «tali lavoratori possono essere inviati in missione sia a tempo indeterminato che a termine presso gli utilizzatori senza obbligo di causale o limiti di durata».

Sul tema lunedì scorso si è svolto un incontro al dicastero del Lavoro. «Il ministero ha espresso la volontà di modificare la normativa - aggiunge Franceschin-, tuttavia nulla ci è stato detto sui tempi e sul veicolo normativo che sarà usato. Apprezziamo la volontà del ministro Orlando, ma servono interventi immediati, altrimenti si rischia il turn over selvaggio su persone che lavorano da anni per la stessa azienda, sono state formate, e adesso rischiano di essere mandate via».

I lavoratori in somministrazione sono oltre 500mila, di questi poco più di un quinto è assunto con un contratto a tempo indeterminato dalle Agenzie per il Lavoro. «Serve un intervento normativo in tempi rapidi - sostiene Alessandro Ramazza, presidente di Assolavoro - il danno è duplice: sono 100mila i lavoratori che rischiano di perdere il posto al raggiungimento dei 24 mesi del rapporto di lavoro, ma anche le aziende utilizzatrici rischiano di perdere professionalità che hanno formato e con cui lavorano da 2 anni. Abbiamo avuto un’interlocuzione positiva con il ministero del Lavoro e siamo fiduciosi in un intervento del ministro Orlando che, però, deve concretizzarsi rapidamente, perché le aziende programmano in anticipo gli organici, e con l’avvicinarsi della scadenza di fine anno, in assenza di correttivi, si rischia un ampio ricorso al turn over». Ramazza sottolinea che il contratto di somministrazione è «un rapporto di lavoro con tutte le tutele e le garanzie del lavoro dipendente e con la garanzia della retribuzione prevista dal Ccnl di riferimento».

Il numero di lavoratori in somministrazione oggi è superiore a quello del pre-pandemia. Le 3,3 milioni di assunzioni attivate nel privato nel primo semestre sono in crescita (+23% sul 2020), come certifica l’Inps, anche per l’aumento dei contratti in somministrazione (+34%), mentre risultano pressoché stabili gli ingressi a tempo indeterminato (+2%).

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