Contrattazione

Benefit insufficienti per il 45% degli italiani

Il mondo del lavoro «sta attraversando una radicale trasformazione, spinta da innovazione, voglia di sostenibilità e digitalizzazione» che sta cambiando le priorità dei dipendenti. E rappresenta per le aziende «una grande opportunità di rinnovamento per soddisfare le nuove esigenze dei collaboratori», spiega Florent Lambert, ceo di Sodexo benefits & rewards services Italia. La digitalizzazione e l’analisi dei big data oggi consente di capire con molta più affidabilità che in passato che cosa si aspettano i lavoratori e come rendere più efficaci gli investimenti in welfare. «Partiamo da un dato rilevante: secondo una recente ricerca di Harris Interactive per Sodexo, il 45% dei lavoratori italiani ritiene che l’azienda non offra servizi di benefit aziendali sufficienti - spiega Lambert -. Le aziende devono partire da questo dato perché finalmente i lavoratori stanno sempre di più comprendendo l’importanza dei flexible benefit». Per gli italiani i premi immediati sono in testa a questa speciale classifica con il 36% delle preferenze, seguiti dai buoni pasto con il 30%. Successivamente troviamo i bonus a lungo termine (24%), l’assicurazione medica (23%), la mensa aziendale (23%) e i benefit finanziari come i fondi pensione e l’assicurazione sulla vita (22%). Chiudono la top ten le agevolazioni per gli abbonamenti dei mezzi pubblici (20%), i programmi di formazione per i lavoratori (sempre al 20%), la flessibilità lavorativa (17%) e l’auto aziendale (17%).

Nel complesso contesto socioeconomico in cui ci troviamo, «i flexible benefits risultano particolarmente utili in quanto costituiscono un sostegno concreto e tangibile al reddito con una modalità di erogazione ai dipendenti semplice ed immediata - interpreta Lambert -. Si veda per esempio il rinnovo del contratto dei metalmeccanici che ha coinvolto 1,5 milioni di lavoratori, dove sono stati inseriti nella contrattazione collettiva 200 euro l’anno di flexible benefits, finalizzati a migliorare la vita personale e familiare dei dipendenti. Anche la politica ha capito l’importanza di questo strumento in un momento così delicato visto che la normativa ha confermato fino al 31 dicembre 2021 il raddoppio del limite massimo per il welfare aziendale «unilaterale», passando dai 258 euro stabiliti in precedenza a 516 euro attuali». Se nel post pandemia i lavoratori godranno di maggiore flessibilità e a un numero molto maggiore sarà consentito di lavorare da remoto, «anche per i flexible benefits la flessibilità sarà molto importante». Non va poi trascurato il fatto che anche i flexible benefits rappresentano uno strumento per attrarre le persone. Sempre secondo la ricerca di Harris Interactive per Sodexo, a parità di trattamento salariale e responsabilità lavorative «i benefit aziendali come il buono pasto rappresentano il secondo driver di preferenza degli italiani (48%) per chi sta cercando un nuovo lavoro, dietro solamente alla flessibilità oraria (53%). Questi dati confermano il fatto che la pandemia sta offrendo un’opportunità di cambiamento e di rinnovamento di modelli produttivi ormai superati e i buoni acquisto, soprattutto in versione digitale, sono diventati protagonisti del mercato dei flexible benefit».

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