Contrattazione

Bonomi: «Con il taglio del cuneo una mensilità in più per i lavoratori»

«Servono proposte serie». Carlo Bonomi, presidente di Confindustria

di Claudio Tucci

«Una mensilità di stipendio in più per tutta la vita lavorativa». È questa la proposta che, numeri (e coperture) alla mano, Carlo Bonomi, ha illustrato ieri dal palco del teatro dell’Opera di Roma all’assemblea annuale di Unindustria. Davanti a esponenti di governo, enti territoriali, imprenditori, società civile, il leader degli industriali ha dettagliato, con una forte concretezza, la proposta di Confindustria per aumentare (davvero) salari e potere d’acquisto dei lavoratori e al tempo stesso dando respiro alle imprese migliorando la competitività del sistema industriale. «È innegabile che famiglie e imprese stanno soffrendo - ha detto Bonomi -. Perciò, la nostra proposta è fare un taglio forte, serio, strutturale, del costo del lavoro di 16 miliardi che significa mettere in tasca agli italiani, nella fascia di reddito fino a 35mila euro, 1.223 euro, una mensilità in più per tutta la vita lavorativa». E cosa mette sul tavolo Confindustria? «Mette sul tavolo una cosa molto seria - ha proseguito Bonomi -. Oggi il cuneo fiscale contributivo è pagato per due terzi dalle imprese e per un terzo dai lavoratori. Noi abbiamo detto che il beneficio deve essere all’incontrario, vale a dire un beneficio a favore due terzi dei lavoratori, e solo un terzo per le imprese (circa 10,7 miliardi quota lavoratori, circa 5,3 miliardi imprese, ndr). Quindi noi mettiamo sul tavolo 610 euro che sarebbero di nostra competenza, li paghiamo noi a favore dei lavoratori. Questo, peraltro, vuol dire che, per questa fascia di lavoratori, porteremmo il cuneo al 40,8%, sotto la media europea» (oggi siamo su livelli record nei confronti internazionali). Con taglio del cuneo contributivo per i redditi da lavoro dipendente fino a 35mila euro annui, infatti, si stima una riduzione complessiva di 5,24 punti percentuali, di cui 3,49 punti a favore del lavoratore e 1,75 punti per il datore di lavoro.

«Basta slogan» e affermazioni semplicistiche: «Io di fronte a questa proposta - ha incalzato Bonomi - aspetto di riceverne una migliorativa. Parliamo di lavoro, parliamo di sociale, ma parliamone seriamente però. Numeri alla mano, come siano abituati a fare noi imprenditori». Peraltro, gli stessi effetti (sulle buste paga dei lavoratori) non si sono raggiunti con l’operazione Irpef, fatta con la scorsa manovra, di cui nessuno se ne è accorto, e soprattutto ha premiato le fasce medio-alte; e non si raggiungeranno con l’ipotesi, allo studio del governo, di detassare gli aumenti salari («chi dice di far pagare meno l’aumento salariale - ha incalzato Bonomi - è gente che non ha mai frequentato un giorno in fabbrica, soprattutto in questo periodo»).

Il presidente degli industriali, sempre con estrema concretezza, ha fornito anche le coperture per la proposta sul cuneo. «Nel Def - ha spiegato Bonomi - c’è scritto che per l’anno 2022 lo Stato incasserà 38 miliardi in più di gettito fiscale. È un extra gettio che pagano famiglie e imprese. E in parte è giusto che torni a loro. Non solo. Abbiamo una spesa pubblica annuale che ha superato i mille miliardi. Ebbene, possiamo rimodulare queste risorse e trovare i 16 miliardi per un taglio serio del cuneo».

Il punto ha ribadito il leader degli industriali, è che, con il rallentamento legato la guerra (Confindustria è stata fin da subito accanto all’esecutivo sul conflitto - quindi niente pagamenti in rubli), «la crescita sarà asimmetrica. Anche all’interno dell’Europa, con l’Italia che può subire un impatto peggiore di altri». C’è quindi l’urgenza di «aprire una stagione di riformismo competitivo». Dal fisco alla concorrenza, alle politiche attive del lavoro, solo per fare alcuni esempi.

La precondizione, tuttavia, è che il governo, e il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ascoltino e aprano un confronto di merito. Altro tema è la sicurezza sul lavoro, dove vanno azzerati decessi e infortuni: «È bello fare lo slogan “non più morti sul lavoro” ma bisogna anche farle le cose affinché non accadano - ha chiosato Bonomi -. Nell’ultima assemblea di Confindustria abbiamo proposto di istituire commissioni paritetiche nelle aziende, per agire insieme sulla prevenzione. Occorre lavorare in anticipo sui rischi perché gli incidenti non avvengano. Su questa proposta Confindustria sta aspettando ancora una risposta».

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