Contrattazione

Contratto chimica e farmaceutica, prove d’intesa per i 171mila addetti

 Riguarda 171mila addetti che lavorano in 3mila imprese della chimica farmaceutica

di Cristina Casadei

La parte finale della trattativa per il rinnovo del contratto della chimica farmaceutica è partita. Al tavolo negoziale sembra esserci un cauto ottimismo, tant’è che ieri l’incontro tra Federchimica, Farmindustria e Filctem, Femca e Uiltec si è chiuso con il proposito di proseguire il negoziato in plenaria il 13 giugno. Nel frattempo, il 7 giugno l’Istat renderà note le previsioni dell’indice Ipca, al netto della dinamica dei prezzi dei beni energetici importati, per gli anni 2022 e 2023. A quel punto si potrà scendere nel merito della parte economica. I sindacati chiedono complessivamente 180 euro per il livello D1 e l’aumento delle prestazioni dei fondi contrattuali Fonchim e Faschim. I tre segretari generali Marco Falcinelli (Filctem Cgil), Nora Garofalo (Femca Cisl) e Paolo Pirani (Uiltec Uil) puntano «ad un epilogo positivo del negoziato in tempi rapidi e che possa essere un importante contratto per i lavoratori, sia dal punto normativo che retributivo, e che possa aiutare il settore in un momento non facile per il Paese».

Le basi del rinnovo del contratto dei 171mila lavoratori delle oltre 3mila aziende della chimica farmaceutica - che, vale la pena di sottolineare, non è ancora scaduto - sono state poste nell’Osservatorio nazionale negli incontri che si sono susseguiti nei mesi scorsi tra le parti. Oggi «arriviamo preparati anche a questo appuntamento grazie ad un consolidato metodo di lavoro congiunto e continuo», dice il presidente di Federchimica, Paolo Lamberti. In questa tornata si tratta di «un appuntamento significativo in uno scenario condizionato da pandemia e conflitto», dove «le nostre rappresentanze hanno un ruolo attivo e determinante, una grande responsabilità». Tra i temi sul tavolo, affrontati in questi mesi, ci sono «la digitalizzazione dei processi aziendali e l’innovazione tecnologica che rappresentano un obiettivo strategico per garantire la sicurezza delle persone e degli impianti, migliorare l’efficacia e l’efficienza dei processi aziendali esistenti, garantire l’innovazione di prodotto e di processo, aumentando la competitività e la sostenibilità ambientale».

Per il pharma, Marcello Cattani, delegato relazioni industriali Farmindustria, sottolinea gli investimenti in ricerca, tecnologie e occupazione che non si sono mai fermati e ricorda che «in un settore complesso e regolato come il nostro la competizione si fa sull’efficienza complessiva dei sistemi, con politiche attrattive e un dialogo costante tra Parti Sociali, Istituzioni, Industria, Stakeholder». A proposito di sistema, il nostro, continua Cattani, «è molto avanzato, ne sono un esempio le intese durante la Pandemia. E il Protocollo d’intesa sulle politiche attive sottoscritto insieme nel 2019, da cui è nata la collaborazione per l’orientamento dei giovani e la formazione dei profili tecnici attraverso il sistema degli ITS, un modello di partnership concreta e unica in Italia».

Intanto ieri, nell’industria, in tempi record, è stato chiuso il contratto dei laterizi e manufatti in cemento tra Confindustria ceramica (raggruppamento laterizi), Assobeton e Feneal, Filca e Fillea, scaduto a marzo del 2022. La soluzione trovata prevede un allungamento della durata da 36 a 42 mesi. Ai 18mila addetti, dice Confindustria Ceramica, sul Tem «verrà erogato un incremento medio di 85,7 euro lordi mensili in tre tranche (luglio 2022, gennaio 2024, febbraio 2025) senza nessun aumento di costo per il 2024. Nessun arretrato sarà riconosciuto per il periodo marzo – giugno 2022, ulteriori tre mesi che di fatto prolungano la durata a 45 mesi, mentre è stata condivisa una causale ad hoc consentita dalla legge per contratti a tempo determinato fino a 24 mesi».

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