Contrattazione

Al lavoro 4 giorni, paga invariata: Londra avvia progetto pilota

di Nicol Degli Innocenti

Lavorare meno per lavorare meglio: questa è l’idea dietro un grande esperimento avviato ieri in Gran Bretagna. Migliaia di dipendenti di settanta imprese di diverse dimensioni e in settori diversi lavoreranno quattro giorni a settimana, pur mantenendo lo stesso stipendio, per verificare l’effetto sulla produttività.

Il progetto pilota, organizzato dal thinktank Autonomy e dalla Ong 4 Day Week Global, durerà per sei mesi e sarà monitorato dagli esperti delle Università di Oxford e Cambridge e dal Boston College negli Stati Uniti. In cambio del 100% dello stipendio, i 3.300 lavoratori coinvolti si impegnano a mantenere il 100% di produttività pur lavorando l’80% delle ore previste.

I datori di lavoro, che hanno deciso di partecipare volontariamente al progetto pilota, vanno da società di software a studi legali, da società di marketing a imprese edilizie e da grandi banche a piccoli negozi o ristoranti. I lavoratori verranno monitorati per verificare l’impatto dei nuovi ritmi lavorativi sulla loro salute e qualità della vita, mentre la qualità e quantità del loro lavoro verrà controllata per stabilire se sono invariate, o addirittura migliorate, rispetto alla tradizionale settimana di cinque giorni lavorativi.

L’aspettativa è che lavorare meno giorni possa risultare in un “triplo dividendo”, portando benefici ai lavoratori che avrebbero più entusiasmo e più energia, alle imprese che avrebbero una forza lavoro più produttiva e più motivata e anche all’ambiente, riducendo il pendolarismo.

«In questo esperimento storico analizzeremo come i dipendenti reagiscono ad avere un giorno di vacanza in più, gli effetti sullo stress, la soddisfazione, la salute, il sonno, l’energia, la concentrazione e molti altri aspetti», ha spiegato Juliet Schor, docente di sociologia al Boston College e leader degli esperti che monitoreranno il progetto pilota.

Gli organizzatori dell’esperimento sono convinti che la pandemia abbia cambiato per sempre i ritmi lavorativi e la percezione stessa del lavoro. I lunghi periodi di lockdown lavorando da casa hanno dimostrato che è possibile essere produttivi e creativi in situazioni difficili e hanno portato a un ripensamento della struttura del lavoro. Per alcuni la settimana lavorativa di cinque giorni è un retaggio del Ventesimo secolo che va ripensato. «I lavoratori sono usciti dalla pandemia con un’idea molto diversa di qualità della vita - ha affermato Joe O’Connor, leader di 4 Day Week Global -. Sempre più imprese si rendono conto che un lavoro a orario ridotto ma concentrato sugli obiettivi da raggiungere è il modo migliore per avere un vantaggio competitivo».

L’idea della settimana di quattro giorni è nata prima del Covid in Gran Bretagna: nel 2019, in vista delle elezioni, il partito laburista all’opposizione si era impegnato a introdurla entro dieci anni. I Conservatori guidati da Boris Johnson avevano stravinto e il leader laburista Jeremy Corbyn era stato costretto alle dimissioni.

L’ispirazione era venuta da un primo esperimento condotto nel 2015 e 2016 a Reykjavik, capitale dell’Islanda, coinvolgendo 2.500 lavoratori che hanno lavorato per quattro giorni invece di cinque. L’esito era stato un «successo travolgente», secondo gli organizzatori, che avevano riscontrato una riduzione dei livelli di stress dei lavoratori senza alcun impatto negativo sulla produttività. Da allora l’86% dei lavoratori islandesi ha optato per la settimana corta.

Il progetto pilota avviato ieri in Gran Bretagna è il più grande e completo mai condotto, ma non sarà il solo. Esperimenti simili verranno condotti entro l’anno in Spagna, Irlanda, Usa, Australia e Nuova Zelanda, con il sostegno dei rispettivi Governi.

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