Contrattazione

A maggio -49mila occupati. Record di contratti a termine

di Claudio Tucci

Il mercato del lavoro è in frenata, complice il quadro economico incerto e le difficoltà legate a materie prime e al rialzo dei prezzi energetici. A maggio l’occupazione è calata di 49mila unità, facendo scendere il numero di occupati sotto la soglia psicologica dei 23 milioni (siamo a 22.971.000), e il tasso di occupazione, al 59,8 per cento. A contrarsi sono essenzialmente i rapporti stabili (-96mila dipendenti a tempo indeterminato in un solo mese); e l’occupazione nella fascia “core” del lavoro, vale a dire i 25-34 anni (-75mila unità) e i 35-49enni (-17mila persone occupate); entrambi questi segmenti d’età sono interessati da riduzioni di orario e ammortizzatori per gestire crisi industriali e riconversioni produttive complesse.

A maggio, rispetto ad aprile, ci sono anche 44mila disoccupati in meno (il tasso di disoccupazione è sceso all’8,1% - nell’area Euro siamo al 6,6%); ma sono in risalita gli inattivi, +48mila persone in un mese; a testimonianza di una fase di scoraggiamento che riduce il numero di quanti si offrono sul mercato.

Situazione in chiaro scuro per i giovanissimi: nella fascia sotto i 25 anni l’occupazione ha fatto un balzo in avanti (+34mila unità), probabilmente legato agli avvii della stagione turistica (che si sta riprendendo); tuttavia il tasso di disoccupazione giovanile resta piuttosto elevato, al 20,5% (in miglioramento, certo, ma siamo in fondo alle classifiche internazionali, peggio di noi solo Grecia, 36,8%, Spagna, 27,1%, e Svezia, 21,9%, che a maggio ci ha scavalcato in questo non invidiabile ranking). L’Italia resta lontana dai primi della classe, vale a dire la Germania stabile al 5,3% di disoccupazione under25 grazie al sistema di formazione duale, che da noi è zeppo di burocrazia e fa fatica a decollare.

La fotografia sull’occupazione scattata ieri da Istat ed Eurostat conferma un mercato del lavoro italiano in affanno, allineandosi a quanto già evidenziato da Inps (a maggio cig in crescita del 19,8% sul mese) e da Unioncamere-Anpal (che hanno sottolineato, per manifattura e costruzioni, primi segnali di indebolimento della domanda di lavoro).

La fase di incertezza che stiamo attraversando ormai da mesi si ritrova, anche, nel dato sui contratti a termine: a maggio sono saliti di 14mila unità rispetto ad aprile, +258mila sull’anno. Il numero complessivo di rapporti a termine è di 3.176.000, il valore più elevato dal 1977 (inizio serie storiche Istat). A salire sono pure gli indipendenti, +33mila sul mese, +82mila nel tendenziale. Sull’anno il numero complessivo di occupati è registrato in crescita (+463mila unità); i disoccupati sono scesi di 416mila persone; gli inattivi di -371mila.

Per l’ufficio studi di Confcommercio «a maggio si è registrata una significativa battuta d’arresto per il mercato del lavoro»; e preoccupazione è stata espressa anche dal sindacato: «Non basta dire ci pensa il Pnrr a creare occupazione - ha chiosato la segretaria confederale Uil, Ivana Veronese -. Politica e governo devono spingere l’occupazione, a cominciare da giovani e donne».

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