Contrattazione

Nel settore energia la nuova bilateralità rafforza la partecipazione

di C.Cas.

Con il nuovo contratto che è stato siglato lo scorso luglio da Confindustria energia e Filctem, Femca e Uiltec nel settore cresce il ruolo della bilateralità e si rafforzano le relazioni partecipate. Il direttore generale di Confindustria energia Domenico Noviello, che ha guidato la delegazione datoriale, sottolinea «l’ottimo risultato raggiunto dalle parti anche grazie ad un sistema di dialogo partecipativo con il sindacato, che ha consentito di creare convergenze su temi strategici e sugli obiettivi delle imprese e dei lavoratori. Lo sviluppo del sistema di bilateralità ci permetterà di dare continuità al già strutturato sistema di relazioni industriali». Guardando al futuro Noviello sostiene che «bisognerebbe valutare la costituzione di un unico contratto collettivo per tutto il comparto dell’energia, così come sosteneva il primo presidente della federazione, Pasquale De Vita».

Quando nel comparto si dice bilateralità va detto che per trovarne le origini bisogna andare indietro nel tempo di qualche decennio, quando sono nati i primi osservatori condivisi con il sindacato e i fondi integrativi che, nel settore energia, hanno quote di iscritti molto alte: al fondo di previdenza, il Fondenergia, aderisce infatti il 91% dei lavoratori, mentre al fondo sanitario, il Fasie, aderisce l’80%. Oggi si sono aggiunti nuovi strumenti, con l’Istituzione Paritetica Nazionale sulla formazione continua, l’Organismo Paritetico Nazionale health, safety and envinronment, il potenziamento degli osservatori contrattuali e le fondamenta gettate per la creazione di un fondo di solidarietà bilaterale.

Uno degli aspetti condivisi dalle parti nell’ultimo negoziato è stata la strategicità della formazione, sia in termini di crescita professionale (upskilling) sia come strumento per l’acquisizione di nuove competenze per la reimpiegabilità (reskilling). Questo si vede chiaramente nel rafforzamento «dell’istituzione paritetica il cui obiettivo è creare nelle aziende e nei sindacati piena consapevolezza dei fabbisogni delle competenze che servono oggi per governare i cambiamenti e adeguare le professionalità delle nostre risorse, fornendo linee guida per poter supportare lo sviluppo dei piani formativi».

Con la transizione ecologica, però, si sono affacciati nel settore anche i temi occupazionali e legati al mercato del lavoro. L’altra grande questione affidata alla bilateralità è il ricambio generazionale. «Su questo Confindustria Energia e le Organizzazioni Sindacali hanno condiviso l’opportunità di istituire un Fondo di solidarietà bilaterale che svolga il ruolo di promuovere l’innovazione, migliorare la produttività e l’occupabilità, aggiornare le competenze professionali e favorire un adeguato ricambio generazionale», dice Noviello. Data la sempre maggiore rilevanza del tema, infine, nel contratto è stata anche condivisa l’istituzione di un Osservatorio Nazionale di Settore sulle pari opportunità, nell’ambito delle iniziative su Diversity, Equity e Inclusion, le cui tempistiche dovrebbero essere piuttosto rapide.

«L’opportunità di condividere obiettivi comuni si è resa ancor più necessaria a partire dal 2020, con la pandemia e l’evoluzione delle problematiche, così come delle opportunità, legate alla transizione ecologica che abbiamo messo al centro del tavolo strategico del settore - dice Noviello -. Ne è scaturito un manifesto sintetizzato in 10 punti presentato anche alle Istituzioni. Abbiamo voluto fare in modo che le parti potessero condividere, approfondire informazioni e conoscenze comuni. Il primo banco di prova è stato il contratto di lavoro, che abbiamo chiuso in tempi rapidi, senza un’ora di sciopero e ci auguriamo che venga ratificato nelle assemblee dei lavoratori».

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