Previdenza

Le Casse chiedono lo stop all'aumento della tassazione

di Andrea Marini

Scongiurare l'aumento della tassazione dal 20 al 26% sulle casse previdenziali dei professionisti. Una eventualità che rischia di mettere in difficoltà il sistema, che pur poggiando su basi solide, sta già lottando contro gli effetti della recessione (meno occupati e quindi meno versamenti degli iscritti). L'argomento è stato al centro della tavola rotonda dal titolo «Previdenza, il ruolo delle Casse professionali per superare la crisi», svoltasi ieri a Roma per iniziativa della Cassa nazionale dei ragionieri. I rappresentanti dei professionisti hanno comunque ribadito la volontà di collaborare col settore pubblico per individuare i comparti su cui le casse professionali potrebbero investire (a partire infrastrutture). A patto che ci sia chiarezza sull'argomento senza varare progetti che poi hanno scarso impatto sull'economia.

Il nostro è uno dei pochi Paesi dell'Ue che grava gli enti di previdenza privatizzati di una doppia tassazione, che tocca sia la pensione erogata sia i rendimenti dei patrimoni accantonati dagli enti. Per Luigi Pagliuca, presidente della Cassa dei ragionieri, «come minimo va ripensato questo aumento del 6%. Capisco che i governi sono in cerca di risorse, ma i proventi che vengono tassati non servono altro che a mantenere inalterato il patrimonio delle Casse». Paola Muratorio, presidente della Cassa degli ingegneri e degli architetti, ha sottolineato che «il tema dell'aiuto all'economia italiana sta a cuore ai fondi. Ma occorre prima delineare un disegno complessivo per l'Italia e solo successivamente individuare la richiesta di risorse. Le infrastrutture - ha concluso - rappresentano uno degli obiettivi strategici».

Bocciatura sul doppio balzello è arrivata anche da Mariastella Gelmini, capogruppo Forza Italia alla commissione Affari costituzionali della Camera. «Fi ha presentato degli emendamenti per superare un problema che esiste nella legge di stabilità. Per questo in commissione Bilancio stiamo portando avanti una battaglia per fare in modo che si possa evitare la doppia tassazione, anche con iniziative bipartisan».

«La tassazione nei confronti delle Casse è incongrua rispetto alle finalità di chi accantona fondi per avere una pensione adeguata», ha evidenziato Massimo Angrisani, ordinario di Tecnica attuariale per la previdenza presso l'Università La Sapienza di Roma. «Portare la tassazione delle Casse dal 20 al 26% è sbagliato», ha affermato Mauro Marè, docente di Scienza delle finanze presso l'Università della Tuscia e presidente del Mefop: «Si penalizzano i fondi pensione non capendo che un risparmio previdenziale, che alleggerisce l'onere per il settore pubblico, è ben differente da una rendita finanziaria».

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