Previdenza

Tutti i potenziali vantaggi della posizione unica aziendale

di Antonino Cannioto e Giuseppe Maccarone

L’Inps traghetta verso la meta caldeggiata da diversi anni: l’eliminazione di tutte le matricole aziendali doppie che si riferiscono alla stessa attività aziendale. Come spesso accade, tuttavia, il viaggio non è completamente tranquillo. Si incontra qualche difficoltà soprattutto legata al cambiamento ma anche al disagio di dover rivedere delle procedure interne. Riservatezza, esigenze di contabilizzazione, formazione dei flussi, sono queste alcune delle eccezioni addotte all’indomani della decisione dell’Inps di procedere all’unificazione della posizione contributiva. Indubbiamente il cambiamento, come spesso accade, tende a lasciare spiazzati ma non va perso di vista il fine ultimo.

Il datore di lavoro va identificato in modo univoco, attraverso un codice che permetta di   individuarlo senza dover passare per ulteriori codifiche che risentano della dislocazione territoriale, delle qualifiche gestite e dei vari attori del processo di elaborazione degli stipendi.

La nuova catalogazione delle aziende, all’interno dei servizi informatici dell’Inps (ma anche di altri enti previdenziali e assicurativi), dovrebbe  avere una prima ma anche unica,  chiave identificativa costituita dal codice fiscale/partita Iva, che l’azienda riceve al momento della sua costituzione e l’accompagna per la sua intera esistenza. L’accesso al cassetto previdenziale delle aziende – situato nei servizi on-line del sito internet dell’Istituto – ne è un’inconfutabile prova. Tramite il codice fiscale è possibile accedere alle posizioni aperte.

Il futuro parla informatico e nei desiderata si fa sempre più vicina la concretizzazione di una chimera costituita dalla possibilità di poter accedere a tutte le informazioni facenti capo a un soggetto, semplicemente digitando un codice. Si tratta, indubbiamente, di un percorso la cui realizzazione richiede tempo. Si provi a immaginare il  beneficio derivante dalla posizione unica contributiva quando, per esempio, si deve recuperare un credito.

Oggi, se il datore di lavoro, titolare di più posizioni,  deve riprendere una somma a carico dell’Inps, superiore all’ammontare dei contributi dovuti per la posizione da cui il credito si origina, solo in pochi casi (es. Tesoreria) ha modo di poter aggredire anche le altre matricole aziendali,  riducendo il relativo versamento contributivo. Volendo proseguire si potrebbe aggiungere che l’unicità della posizione contributiva, in assenza di situazioni particolari in cui la compresenza di più matricole è indispensabile, permetterà la formazione di un unico flusso UniEmens che comprenderà l’intera realtà aziendale.

Non da ultimo, inoltre, va considerato il superamento tout court della contemporanea esistenza più  interlocutori, rappresentati dalle sedi Inps che hanno in carico le diverse posizioni.

Oltre a ciò, si potrebbe citare la facilità con cui sarà possibile individuare la forza lavoro aziendale (a prescindere dalla dislocazione sul territorio), informazione utile – a volte – per classificare l’azienda ai fini dell’individuazione delle percentuali di contribuzione dovuta.

Passare alla posizione unica presenta, quindi, una varietà di apprezzabili aspetti; tuttavia, il percorso da compiere richiede la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti nel sistema. L’auspicio è che tra l'Istituto e le aziende/intermediari si instaurino positive sinergie. Solo con il dialogo, infatti, il cambiamento sarà più facilmente metabolizzato e si rivelerà di più semplice realizzazione.

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