Previdenza

Versione «social» per quattro categorie

di Fabio Venanzi

Oltre ai lavoratori che possono aderire all’anticipo pensionistico su base volontaria, la legge di bilancio 2017 (n 232/2016) ha introdotto, sempre in via sperimentale dal 1° maggio 2017 fino al 31 dicembre 2018, per gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria dell’Inps, alle forme sostitutive ed esclusive nonché alla gestione separata dell’Inps, la possibilità di accedere all’anticipo pensionistico al ricorrere di specifiche condizioni.

La riserva opera comunque solo in favore di quei lavoratori con almeno 63 anni di età e per il periodo strettamente necessario per raggiungere il diritto alla pensione di vecchiaia. Banche e assicurazioni non saranno coinvolte in questa operazione, poiché l’anticipo graverà sulle finanze pubbliche.

Le categorie individuate come socialmente rilevanti sono quattro. La prima riguarda coloro che si trovano in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, oppure che hanno rassegnato le dimissioni per giusta causa o che hanno risolto consensualmente il rapporto di lavoro, e hanno concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante da almeno tre mesi.

La seconda categoria di lavoratori è costituita da coloro che assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge oppure un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità accertata a norma della legge 104/1992 (articolo 3, comma 3).

Nella terza categoria rientrano coloro che hanno subito una riduzione della capacità lavorativa accertata dalle commissioni competenti per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74 per cento.

In questi tre casi il requisito contributivo minimo richiesto per l’accesso all’Ape social è di trent’anni, mentre lo stesso è elevato a 36 anni per la quarta categoria di soggetti interessati, riguardante coloro che svolgono da almeno sei anni in via continuativa attività lavorative per le quali è richiesto un impegno tale da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso il loro svolgimento in modo continuativo. I lavoratori tutelati, in questo caso, sono gli operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici, i conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni, i conciatori di pelli e di pellicce, i conduttori di convogli ferroviari e il personale viaggiante, i conduttori di mezzi pesanti e camion, il personale delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni, gli addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza, gli insegnanti della scuola dell’infanzia e educatori degli asili nido, i facchini, gli addetti allo spostamento merci e assimilati, nonché il personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia, oltre agli operatori ecologici e ad altri raccoglitori e separatori di rifiuti.

L’anticipo è subordinato alla cessazione dell’attività lavorativa e non spetta nel caso in cui il richiedente sia già titolare di un trattamento pensionistico diretto. L’importo spettante, erogato per 12 mensilità all’anno, è pari alla rata mensile della pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione e non può, in ogni caso, superare l’importo massimo mensile di 1.500 euro. Tale somma non è soggetta a rivalutazione ed è incompatibile con i trattamenti di sostegno al reddito connessi allo stato di disoccupazione.

È prevista la decadenza dall’anticipo nel caso in cui il beneficiario dovesse raggiungere i requisiti per il pensionamento anticipato. Anche per questa prestazione, le modalità attuative della norma sono rinviate a un Dpcm che dovrà essere emanato entro il 1° marzo prossimo. Tuttavia, a differenza dell’Ape volontaria, la prestazione sarà soggetta a Irpef e, quindi, tassata come reddito da lavoro dipendente. L’Inps effettuerà il monitoraggio delle domande affinché sia garantito un numero di accessi all’indennità non superiore al numero programmato in relazione alle risorse finanziarie disponibili.

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