Previdenza

Tutti i decreti sull’Ape entro marzo

di Davide Colombo e Marco Rogari

Le scadenze per il decollo dell’Anticipo pensionistico saranno rispettate. Ad assicurare che il 1° marzo vedranno la luce i provvedimenti attuativi dell’Ape e che le misure entreranno in vigore il 1° maggio, come previsto dall’ultima legge di Bilancio, è stato ieri il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, al termine dell’incontro tra Governo e sindacati. Due i principali nodi che restano da sciogliere: la definizione del primo tasso fisso d’ingresso e del premio assicurativo per l’anticipo finanziario dell’Ape volontaria, il cui costo complessivo non dovrà far sfondare al futuro pensionato la soglia del 30% dell’assegno Inps a regime.

Il confronto tra Governo, Abi e Ania è in corso. Ed entro la fine di febbraio si dovrebbe tradurre in un protocollo d’intesa. Nelle vecchie slides del governo Renzi sull’Ape volontaria e aziendale si ipotizzava un Tan al 2,5% e un premio assicurativo sul 29% del capitale anticipato da restituire con il rateo ventennale. Questi tassi e anche i premi dovranno ora essere precisati sapendo che il Tan sarà fisso una volta sottoscritto il contratto ma il suo livello potrà variare nel tempo a seconda dell’andamento del benchmark di riferimento (v. Il Sole 24 Ore del 12 febbraio).

Anche altri dettagli devono essere definiti. Ma i testi dei provvedimenti attuativi sono sostanzialmente pronti, anche grazie al lavoro svolto dall’unità di missione di Palazzo Chigi, coordinata da Marco Leonardi. L’incidenza del rateo di rimborso per ogni anno di anticipo pensionistico sarà indicata dal primo dei tre decreti del presidente del Consiglio dei ministri che saranno varati entro il primo marzo. Con questo provvedimento sarà calibrato tutto il meccanismo per l’anticipo pensionistico.

Il secondo e terzo Dpcm, che riguardano rispettivamente l’Ape sociale e la riduzione dei contributi per i lavoratori precoci, sanciranno, tra l’altro, con precisione anche le cosiddette platee d’ingresso. Per l’Ape social si prevedono 35mila adesioni nel primo anno di sperimentazione, mentre il canale di anticipo per i precoci social dovrebbe essere utilizzato da non più di 25mila lavoratori.

Sul primo versante è previsto un monitoraggio sulla spesa per garantire il rispetto del finanziamento attivato nella fase sperimentale, così come indicato dall’ultima legge di Bilancio. Sulle platee i decreti fisseranno i profili di selezione dei lavoratori gravosi all’interno delle 11 categorie individuate, il calcolo dei sei anni continuativi finali e la definizione del profilo di disoccupazione involontaria eleggibile per l’anticipo. Sarà anche indicata l’attestazione dell’invalidità civile al 74% accertata e del non autosufficiente assistito. In ogni caso il lavoratore candidato all’Ape sociale non dovrà necessariamente aver utilizzato i permessi ex legge 104 per fare domanda.

Entro il 1° marzo dovrà essere presentato anche un decreto ministeriale (Lavoro-Economia) per la revisione dei criteri per il pensionamento anticipato dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti. Il tutto dovrà essere accompagnato, oltre che dalle intese con Abi e Ania anche, da quelle con i patronati che saranno chiamati a gestire il grosso delle domande per l’Anticipo pensionistico.

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