Previdenza

Cumulo, pensione di vecchiaia «progressiva»

di Fabio Venanzi

Arrivano i chiarimenti in materia di cumulo contributivo con l’utilizzo dei contributi accreditati presso le Casse dei libero-professionisti. Con la circolare n. 140 di ieri, l’Inps ha sciolto la riserva che aveva formulato lo scorso marzo, quando aveva fornito le prime indicazioni sulle novità introdotte in materia di cumulo dalla legge 232/2016.

Il ricorso alla pensione in regime di cumulo può essere attivato dai soggetti non titolari di trattamento pensionistico diretto, ancorché abbiano maturato i requisiti per il diritto autonomo presso una delle gestioni interessate dal cumulo. Il lasso di tempo intercorso, dall’emanazione della novella legislativa alla pubblicazione della circolare, è dovuto all’attività di coordinamento che si è resa necessaria a livello normativo. Infatti, la pensione in cumulo rappresenta un unico trattamento pensionistico, avendo ad oggetto tutti e per intero i periodi assicurativi accreditati presso le gestioni interessate al cumulo.

Pensione di vecchiaia
in più fasi

Una delle difficoltà di maggior rilievo risiedeva nel requisito anagrafico. Infatti la norma prevede che la pensione di vecchiaia si consegua con i requisiti anagrafici più elevati tra quelli previsti dai rispettivi ordinamenti, secondo quanto previsto dalla riforma delle pensioni del 2012. Le Casse professionali possono presentare dei requisiti anagrafici più elevati rispetto a quelli richiesti alla generalità dei lavoratori iscritti all’Inps. Per questi ultimi, dal 2018, i requisiti saranno uniformati a 66 anni e sette mesi sia per le lavoratrici sia per i lavoratori, a prescindere dal settore di appartenenza.

Per risolvere questo aspetto, il ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha precisato che la pensione di vecchiaia in cumulo, tenuto conto degli ordinamenti coinvolti e della loro autonomia regolamentare, può configurarsi come una fattispecie a formazione progressiva, in forza della quale rilevano più momenti o fasi interconnesse. Di conseguenza, ai fini del diritto alla pensione di vecchiaia in cumulo, è necessario – fermo restando l’utilizzo di tutti i periodi assicurativi accreditati presso le gestioni interessate – che sussistano i requisiti di 66 anni e sette mesi con almeno venti anni di contribuzione.

Le regole per
i contributivi puri

Per i soggetti contributivi puri, devesoddisfarsi l’ulteriore requisito del primo importo di pensione non inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale. In alternativa, i soggetti contributivi puri accedono alla pensione con 70 anni e sette mesi di età e almeno cinque anni di contribuzione effettiva (senza tener conto di quella figurativa), a prescindere dall’importo della pensione.

Ai fini della misura del trattamento pensionistico in regime di pro quota, si dovrà tener conto dei periodi di iscrizione maturati in ogni gestione, secondo le regole di calcolo previste da ciascun ordinamento e sulla base delle rispettive retribuzioni di riferimento. La liquidazione avverrà solo al conseguimento dei rispettivi requisiti anagrafici e contributivi. In altri termini, il lavoratore che vanta periodi accreditati presso l’Inps e presso una Cassa professionale con requisito anagrafico superiore, accederà prima al pro quota di pensione Inps e, al raggiungimento del requisito anagrafico più elevato, al pro quota della Cassa ordinistica.

La pensione anticipata

La pensione in regime di cumulo può essere liquidata anche con i requisiti della pensione anticipata pari a 41 anni e dieci mesi di contributi per le donne, requisito maggiorato di un anno per i lavoratori. Sia nel caso della vecchiaia, sia dell’anticipata la pensione non può avere decorrenza anteriore al 1° febbraio 2017.

A scuola uscita in coincidenza con l’anno

In materia di decorrenza dei trattamenti per il personale del comparto scuola, resta ferma l’uscita in coincidenza con l’anno scolastico.

Poiché la pensione in regime di cumulo costituisce un unico trattamento, gli istituti giuridici connessi, quale ad esempio l’adeguamento all’inflazione, l’integrazione al trattamento minimo, la maggiorazione sociale e la somma aggiuntiva (cosiddetta quattordicesima) saranno liquidati con riferimento alla sommatoria dei pro quota. Questi benefici potranno essere attribuiti solo una volta in virtù dell’unicità della prestazione.

Perequazione proprozionale agli importi

La perequazione automatica sarà rapportata alle singole quote in proporzione agli importi, mentre gli altri benefici (integrazione al minimo, quattordicesima e maggiorazione sociale) solo a condizione che tra le quote di pensione che compongono la pensione in regime di cumulo ve ne sia almeno una a carico delle gestioni per le quali tale beneficio è previsto. Il pagamento sarà effettuato dall’Inps anche nella ipotesi in cui l’istituto non dovesse essere interessato al pagamento di nessuna quota di pensione.

L’ultima iscrizione fissa
le regole per l’inabilità

Può altresì essere conseguita la pensione di inabilità in regime di cumulo. In questo caso la concessione e la determinazione della eventuale quota di maggiorazione convenzionale sarà attribuita secondo la disciplina della forma assicurativa dove il lavoratore risulta iscritto al verificarsi dell’evento invalidante. Nel caso della pensione ai superstiti in cumulo, trovano applicazione i requisiti di assicurazione e contribuzione nella quale il lavoratore deceduto era iscritto al momento dell’evento.

La circolare n. 140/17 dell'Inps

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