Previdenza

Per le Casse private sempre più azioni

di Giuseppe Latour

Un patrimonio in crescita, da 75,5 a 80 miliardi di euro (+6%). Rendimenti pari al 3% netto. Forte progresso di strumenti come i fondi comuni: ormai le Casse gestiscono direttamente meno della metà dei loro attivi. E una fisarmonica dell’allocazione degli asset che disegna tre tendenze chiare: la contrazione della quota investita in immobili (quasi sei punti in meno dal 2013), la sostanziale stabilità della componente obbligazionaria e l’incremento dell’azionario, salito di quasi sette punti negli ultimi anni.

In questa istantanea troviamo lo stato di patrimonio e attivi degli Enti di previdenza privati, secondo il rapporto presentato ieri a Roma dall’Adepp, l’associazione che riunisce le Casse dei professionisti. Il saldo positivo tra contributi (9,2 miliardi) e prestazioni (6 miliardi) e la buona gestione degli investimenti continuano, insomma, a garantire la stabilità del sistema. Anche se restano aperti diversi temi. Come quello della governance degli investimenti: è ancora fermo, e potrebbe restare nei cassetti, il decreto che dovrebbe regolare la materia. Senza dimenticare la questione della tassazione. Come ha sottolineato il presidente Alberto Oliveti, commentando il dato dei rendimenti al 3% netto: «Se fossimo residenti altrove in Europa, non avremmo dovuto pagare mezzo miliardo di imposte e il risultato avrebbe potuto sfiorare il 3,7 per cento».

La detassazione degli investimenti in economia reale prevista dalla legge di Bilancio 2017, in questo scenario, serve a poco. I numeri presentati ieri dicono, infatti, che le Casse, a fine 2016, avevano già il 6,75% del capitale complessivo investito in azioni dell’area euro: il limite del 5% degli attivi fissato per agevolare questa tipologia di investimenti è, cioè, già abbondantemente superato. Allo stesso tempo, l’abbandono dei crediti di imposta concessi nel 2015 e nel 2016 ha portato nell’anno in corso maggiori tasse per 30-32 milioni.

Numeri a parte, poi, Oliveti ha chiesto soprattutto la fine della «volatilità legislativa» che caratterizza la regolamentazione di settore, commentando l’intervento del Governo che potrebbe incentivare l’allocazione di risorse nei fondi per il venture capital. Una prima stabilizzazione potrebbe arrivare dall’esclusione delle Casse dagli elenchi Istat della Pa, promessa mercoledì dal sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta: «Chiediamo una modifica legislativa e non una semplice dichiarazione di volontà - ha detto ancora Oliveti -. I tempi sono stretti, ma speriamo di averla entro la fine della legislatura».

Il 2° Rapporto sugli investimenti degli enti di previdenza privati

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