Previdenza

Tre mesi di Naspi senza condizionalità per chi si sposta in uno Stato Ue

di Matteo Prioschi


Chi percepisce la Naspi può continuare a incassarla per tre mesi in un altro Stato dell'Unione europea senza sottostare ai vincoli di condizionalità previsti dal decreto legislativo 150/2015, che consistono nella risposta alle “chiamate” dei centri per l'impiego nell'ambito del patto di servizio personalizzato. La novità è contenuta nella circolare 177/2017 pubblicata ieri dall'Inps a seguito delle indicazioni arrivate dal ministero del Lavoro.
Le nuove regole tengono conto dell'evoluzione normativa. In particolare, secondo il ministero, gli obblighi previsti dagli articoli 20 e 21 del Dlgs 150/2015 sono idonei a impedire un allontanamento di lunga durata dall'Italia. Quindi in via generale un percettore di Naspi può recarsi all'estero, anche in uno Stato extra Ue, senza giustificarne i motivi, continuando a percepire il sussidio purché rispetti i meccanismi di condizionalità dello stesso. In caso di mancata presentazione alle chiamate dei centri per l'impiego, scatterà la decurtazione o la decadenza dalla prestazione e dallo stato di disoccupazione.
Inoltre se il cittadino si reca in un Paese dell'Unione europea alla ricerca di un'occupazione, nei primi tre mesi può percepire la Naspi senza rispettare i vincoli di condizionalità, purché abbia ottemperato gli obblighi previsti dalla disciplina comunitaria (articoli 7, 63, 64, 65 del regolamento Ce 883/2004). Dal quarto mese, invece, il diritto a percepire la Naspi proseguirà, ma scatterà l'obbligo di rispettare i meccanismi di condizionalità.

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