Previdenza

Più facile conseguire l’Ape sociale

di Matteo Prioschi

Corposo restyling per l’Ape sociale, l’assegno ponte verso la pensione a carico dello Stato. Dall’anno prossimo vi potrà potenzialmente accedere un numero più ampio di persone, dato che la legge di bilancio è intervenuta modificando in diversi punti i requisiti finora necessari.

In tutti i casi per richiedere l’Ape sociale, che consiste in un assegno mensile pari alla pensione ma con un limite massimo di 1.500 euro lordi, sono necessari 63 anni di età e poi si deve rientrare in una delle quattro maxi categorie individuate dalla norma.

Nei disoccupati che hanno concluso da almeno 3 mesi gli ammortizzatori sociali, dal 2018 rientreranno anche quei lavoratori che hanno concluso un contratto a tempo determinato, a patto che nei 36 mesi la cessazione del rapporto si sia lavorato come dipendente per almeno 18 mesi. Finora i disoccupati devono essere tali per effetto di licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.

Per quanto riguarda, invece, le persone che accudiscono un convivente affetto da handicap grave (secondo la legge 104/1992), l’Ape sociale diventa accessibile, oltre che al coniuge e ai parenti di primo grado come stabilito finora, anche a parenti e affini di secondo grado se i primi hanno almeno 70 anni, oppure sono affetti da malattie invalidanti o sono deceduti.

Triplo ritocco per la categoria dei lavori gravosi, che danno diritto all’Ape sociale: le mansioni passano da 11 a 15, con l’aggiunta degli operai agricoli, dei pescatori, dei marittimi e degli addetti alla siderurgia. Tale attività devono essere state svolte per sei anni negli ultimi sette oppure per sette anni negli ultimi dieci (attualmente è prevista solo la prima opzione). Per il settore agricolo l’anno di lavoro viene ritenuto raggiunto a fronte di almeno 156 giornate effettuate. Inoltre, per diverse delle 15 mansioni non deve essere più necessario dimostrare l’applicazione alla mansione svolta della tariffa Inail del 17 per mille.

Nessuna novità per chi ha una riduzione della capacità lavorativa, a cui viene richiesta un’invalidità pari almeno al 74 per cento.

Infine, a favore delle mamme, è stato introdotto un bonus per il raggiungimento degli anni di contribuzione minima (che sono 30 per disoccupati, invalidi e chi assiste un parente e 36 per le attività gravose): per ogni figlio si matura uno sconto di un anno, fino a un massimo di due anni.

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