Previdenza

Ape, in un giorno 1.350 domande

di Matteo Prioschi

Sono state 1.350 le domande di certificazione presentate (dalla ricezione delle istanze di certificazione l’Inps ha 60 giorni per rispondere). Le simulazioni di Ape volontario effettuate fino alle 17 di ieri sul sito dell’Inps sono state invece 65mila, a conferma dell’attesa che si era creata intorno a questo strumento che consente di anticipare l’uscita dal lavoro potendo contare su un assegno ponte fino al pensionamento.

L’applicativo messo a disposizione dall’istituto nazionale di previdenza è di facile utilizzo e in soli quattro passaggi consente di ottenere l’importo della rata da pagare per vent’anni al fine di rimborsare il finanziamento che serve per alimentare l’assegno ponte percepito durante il periodo di anticipo (si veda anche Il Sole 24 Ore di ieri).

La simulazione chiede come elemento di partenza l’importo della pensione lorda. Dunque i potenziali “apisti” devono essere in possesso di tale informazione, oltre che essere iscritti a una delle seguenti gestioni Inps: fondo lavoratori dipendenti, sostitutive o esclusive, gestione separata, gestioni speciali.

Una soluzione è quella di rivolgersi a un intermediario, per esempio i patronati, in grado di fornire assistenza. Tuttavia lo stesso istituto di previdenza, con il servizio “la mia pensione”, a cui si accede con codice fiscale e pin tramite sito internet, elabora una stima della pensione futura delle gestioni per cui è attivo sulla base dei contributi già versati e di alcuni parametri di riferimento per il futuro. Se la stima viene fatta per un quarantenne ovviamente ci sono più probabilità che l’importo effettivo tra 30 anni sia diverso, ma se l’interrogazione riguarda un 63-65enne l’attendibilità è più alta.

Il simulatore non chiede e non fornisce l’importo della pensione netta, che poi è quello su cui inciderà la rata da restituire. Una scelta derivata dal fatto che la legge istitutiva dell’Ape e poi il Dpcm 150/2017 di attuazione parlano di certificazione del diritto ad accedere all’Ape cioè a un prestito e non dell’importo della pensione da parte dell’Inps. Importo che magari anche di poco potrà cambiare dal momento in cui si chiede la certificazione per l’Ape a quello in cui si andrà in pensione. Motivo per cui l’importo netto non compare nel simulatore e nemmeno comparirà nella certificazione del diritto all’Ape che conterrà invece l’importo minimo e massimo ottenibile (secondo quanto previsto dall’articolo 5 del Dpcm 150/2017).

Per passare dal lordo al netto ci si può rivolgere a un intermediario oppure si deve calcolare in prima persona l’Irpef con relativa addizionale regionale. «Mi aspetto che nella maggior parte dei casi le domande di certificazione, e poi quella vera e propria di Ape che è più complicata, siano presentate tramite patronati» afferma Marco Leonardi, consigliere economico della presidenza del Consiglio dei ministri che ha lavorato al dossier dell’Ape volontario.

L’importo netto della pensione, tuttavia, è importante per il potenziale “apista” al fine di capire subito a quanto ammonterà indicativamente la sua pensione per i primi vent’anni, quando dovrà rimborsare il prestito ricevuto. A questo riguardo un parametro da tenere in considerazione è quello relativo all’incidenza della rata sulla pensione netta per ogni anno di durata dell’Ape: secondo gli ultimi valori pubblicati dal governo, è del 4,52% per 12 mesi di anticipo e scende al 4,08% per 36 mesi. Ciò significa che nel primo caso la pensione netta incassata nei primi venti anni sarà del 4,52% più bassa di quella “piena” usata per il calcolo dell’Ape.

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