Previdenza

«Blindatura» di quota 100 con la clausola finestre mobili

di Davide Colombo e Marco Rogari

Una clausola di garanzia su “quota 100” per rispettare il tetto dei 4,7 miliardi di spesa nel 2019. È una delle carte giocate dal governo nella trattativa con Bruxelles per evitare la procedura d’infrazione per eccesso di debito e far passare il nuovo saldo di deficit/Pil al 2,04%. La misura prevede che le finestre trimestrali di posticipo del pensionamento per chi lascerà il lavoro con 62 anni e 38 di contributi minimi possono allungarsi di altri tre mesi in caso il numero di domande presentate all’Inps dovesse risultare maggiore del previsto. La regola della “finestra mobile” varrà sia per i dipendenti privati e gli autonomi, sia per i dipendenti pubblici. La platea attesa, tenendo conto dell’effetto disincentivo del divieto di cumulo tra pensione e reddito da lavoro sopra i 5mila euro e fino a un massimo di 5 anni, dovrebbe essere di 315mila persone nel 2019, di cui circa 160mila del settore pubblico. Quasi definita anche la soluzione per l’indicizzazione delle pensioni future, con una forte riduzione di copertura sopra la soglia dei 4.500 euro netti al mese.

Il Governo stima una percentuale di richieste di ritiro con “quota 100” non superiore all’85%, con il risultato appunto di una spesa maggiore per non più di 4,7 miliardi il primo anno, che salgono a 8 nel 2020 e 7 miliardi nel 2021. Tutti questi numeri dovrebbero essere messi in fila nella relazione tecnica che accompagnerà il decreto legge atteso dopo l’approvazione della legge di Bilancio, un provvedimento che dovrebbe essere distinto da quello su Reddito e pensioni di cittadinanza. Anche se l’ipotesi di un decreto unico non è ancora del tutto tramontata. Appaiono invece ridotte al lumicino le chance di ricorrere a un emendamento parlamentare nel passaggio della manovra al Senato. In ogni caso il Ddl di Bilancio sarà corretto per rimodulare i due fondi “a rubinetto” che finanziano queste misure alla luce dei nuovi saldi presentati a Bruxelles. Per il reddito di cittadinanza l’esecutivo stima una richiesta da parte del 90% degli aventi diritto, calcolo che ridurrebbe subito di quasi un miliardo la spesa prevista (9 miliardi), il resto dei risparmi sarebbe invece legato ai tempi di avvio del nuovo sussidio, legato al potenziamento dei Centri per l’impiego.

Per quanto riguarda le nuove anzianità, alla Commissione europea è stato assicurato che si tratta di una misura triennale, in vista dell’introduzione poi di un requisito per il pensionamento anticipato a 41 anni.

“Quota 100” dovrebbe aprire la sua prima finestra utile, sempreché le domande non debordino le aspettative, in aprile per i privati e in luglio per i pubblici, con la “specialità” di settembre per il personale della scuola. Confermate le proroghe per un altro anno di Ape sociale e “Opzione donna” e il congelamento del requisito di anticipo a 41 anni e 10 mesi (42 + 10 se uomini) rispetto alla speranza di vita. Per l’indicizzazione delle pensioni future si sta chiudendo sulla seguente ipotesi: forte stretta per gli assegni sopra i 4.500 euro, con una saldatura con il giro di vite sulle pensioni d’oro, e ritorno alle tre fasce di adeguamento in vigore prima del passaggio ai cinque scaglioni varati nel 2014 dal governo Letta.

Nelle bozze in circolazione ieri risultava confermata a regìme la tassa d’imbarco (cinque euro a biglietto) per finanziare il Fondo volo e in particolare la pensione anticipata per il personale navigante (piloti e assistenti di volo) e per i tecnici di volo. Altra conferma, sempre per queste categorie, del taglio di sette anni del requisito anagrafico per la pensione di anzianità per gli anni 2019 e 2020.

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