Previdenza

Reddito di cittadinanza, famiglie con requisiti «congiunti». Fino a 1.050 euro più 280 di affitto

di Giorgio Pogliotti

Dopo numerosi stop and go, prende vita il reddito di cittadinanza che nei piani del governo si configura anzitutto come una misura di politica attiva del lavoro, eppoi di contrasto alla povertà, destinata a famiglie con reddito entro i 9.360 euro (6mila euro se proprietarie di casa). Il sussidio ha una durata massima di 18 mesi (prorogabile di ulteriori 18), erogato attraverso la carta Rdc, si compone di due voci: un’integrazione al reddito fino a 500 euro mensili per un single (che arrivano fino a 1.050 euro per nuclei con 3 adulti e 2 minorenni) e ulteriori 280 euro di contributo per l’affitto. Insieme parte anche la pensione di cittadinanza: rispetto alla bozza originaria, nel testo del Dl il requisito si alza dai precedenti 65 a 67 anni: sarà un’integrazione al reddito di 630 euro (882 euro per due componenti), con ulteriori 150 euro di contributo all’affitto (per due componenti, dunque, in totale si arriva a 1.032 euro).

Per il riconoscimento del Rdc la versione finale del decreto esplicita che i nuclei familiari dovranno possedere «congiuntamente» una serie di requisiti, come la residenza in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo, un valore del patrimonio immobiliare entro una soglia di 30mila euro (esclusa la prima casa), un valore del patrimonio finanziario entro 6mila euro per un single (fino a 20mila per una famiglia), con l’esclusione di proprietari di un’auto immatricolata nei 6 mesi precedenti la richiesta, o di grandi moto o imbarcazioni da diporto. Tra 1,4 milioni di nuclei beneficiari, sono coinvolti circa 255mila nuclei con disabili. Sono tre gli strumenti operativi per il beneficiario del Rdc e per i suoi familiari, che dovranno stipulare un “patto per il lavoro” presso i centri per l’impiego o le agenzie per il lavoro accreditate, mentre chi è in condizione di disagio dovrà sottoscrivere un “patto per l’inclusione sociale” presso i servizi sociali dei comuni.

All’azienda che comunica alla piattaforma digitale le disponibilità dei posti vacanti e assume a tempo pieno e indeterminato vengono riconosciute da 5 a 18 mensilità del sussidio sotto forma di sgravio contributivo (per un massimo di 780 euro mensili, in teoria dunque, l’incentivo raggiunge 14.040 euro). Nel caso di licenziamento del beneficiario l’azienda dovrà restituire l’incentivo maggiorato, salvo che non sia per giusta causa o giustificato motivo. Le assunzioni, inoltre, devono produrre un incremento occupazionale netto del numero dei dipendenti a tempo indeterminato. Sono coinvolti anche gli enti di formazione e le aziende nel “patto di formazione” per organizzare corsi di riqualificazione professionale: in caso di assunzione coerente con il profilo formativo, riceveranno metà dell’incentivo dato all’azienda che assume. Ai beneficiari del sussidio che avviano un’attività lavorativa autonoma (o di impresa individuale, cooperativa) entro i primi 12 mesi è riconosciuto un beneficio addizionale di 6 mensilità (nel limite sempre di 780 euro mensili).

Come già detto, il reddito di cittadinanza dura 18 mesi, dopo 12 mesi si prevede debba arrivare almeno un’offerta di lavoro “congrua” entro i 100 km di distanza dalla residenza del beneficiario (al terzo rifiuto si perde il diritto). Se si tratta della seconda offerta il perimetro si allarga a 250km, alla terza ovunque nel territorio italiano (esclusi nuclei con disabili, in questo caso la distanza massima è 250 km). Dopo 18 mesi, in caso di rinnovo del Rdc per ulteriori 18 mesi, è “congrua” un’offerta ovunque sia collocata nel territorio italiano, anche se si tratta della prima offerta. Questo è uno degli aspetti più “a rischio”, poiché ad oggi dai centri per l’impiego è raro che arrivi anche una sola offerta di lavoro. E se non saranno in grado di collegarsi con il mondo produttivo per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, il nuovo strumento sarà di puro assistenzialismo, visto che il beneficiario del Rdc otterrà ugualmente il sussidio.

Rispetto alla legge di Bilancio che ha destinato fino a 1 miliardo l’anno per il 2019 e il 2020 al potenziamento dei centri per l’impiego, nel Dl la somma si riduce per il 2019 al massimo a 473 milioni e a 44milioni per il 2020, anche se i tecnici assicurano che la stessa cifra è stata spalmata nel triennio. Per potenziare il personale si punta all’ingresso di 6mila “navigator” assunti da Anpal servizi con 200 milioni per il 2019, 250 milioni per il 2020 e 50 milioni di euro per il 2021. Non si conosce quando i “navigator” saranno assunti, con quale contratto, né quando saranno formati per prendere in carico i destinatari del Rdc. In assenza delle nuove assunzioni, i disoccupati continueranno a trovare nella gran parte dei centri per l’impiego un personale sottodimensionato e non formato per i nuovi compiti.

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