Previdenza

Attivo a settembre il servizio per l’invio degli Anf

di Mauro Pizzin

Sarà attivata entro settembre l’utility per l’invio all’Inps degli assegni per i nuclei familiari (Anf) da parte dei consulenti del lavoro e dei commercialisti ed esperti contabili. Lo ha comunicato lo stesso Istituto alla delegazione del Cndcec, guidata dal consigliere nazionale Roberto Cunsolo, nel corso del tavolo tecnico tra i due enti riunitosi ieri a Roma.

Si ricorda che da aprile le domande per l’Anf dei dipendenti di aziende del settore non agricolo vanno presentate direttamente all’Inps solo in modalità telematica dallo stesso lavoratore interessato o dai patronati, dai consulenti del lavoro e dai commercialisti. Nel caso degli intermediari non è, tuttavia, ancora disponibile il software per l’invio della domanda, un ritardo nella partenza del servizio giustificato, secondo l’Inps, dall’attesa del parere di fattibilità del Garante della privacy, da poco arrivato.

Durante il tavolo si è fatto anche il punto su alcuni problemi legati agli Anf, a partire dalle giacenze di lavorazione delle domande, confermate dallo stesso Inps, che si impegnato a dedicare più risorse al settore istituendo anche una task force per smaltirle. «Come commercialisti - evidenzia Cunsolo- abbiamo inoltre anche chiesto e ottenuto di poter attivare un filtro sugli esiti di consultazione, di poter avere i risultati delle richieste anche in formato pdf e un alert che segnali la presenza di variazioni nelle domande già presentate».

Una rassicurazione è arrivata, infine, sul fronte sanzionatorio: l’Inps ha sottolineato che discordanze tra importi autorizzati ed erogati dal datore non porteranno subito a una nota di addebito, ma che si avvierà una fase amministrativa con l’invio di una domanda di chiarimento.

Criticità nell’avvio della nuova procedura sono state ravvisate anche dai consulenti del lavoro. «Il grosso afflusso di luglio delle domande di rinnovo dell’Anf - sottolinea Vincenzo Silvestri, coordinatore del tavolo tecnico del Consiglio nazionale presso l’Inps - ha creato i disservizi di oggi. Il ritardo si accentua in tutti i casi in cui la particolare condizione del nucleo familiare richiede l’autorizzazione ad hoc dell’Istituto». Secondo i consulenti le sedi stanno smaltendo con difficoltà tali pratiche e questo, a cascata, determina una mancata corresponsione degli assegni. «Inoltre - conclude Silvestri - esiste ancora l’impossibilità di conguagliare un importo di Anf arretrati superiore a 3mila euro. L’Inps, infatti, continua a mantenere il blocco su importi superiori al predetto limite, costringendo le aziende ad utilizzare ancora la procedura di regolarizzazione».

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