Previdenza

Contributi: cumulo e ricongiunzione al test di convenienza

di Antonello Orlando

Dal 2017, con la ricongiunzione gratuita, non si deve pagare più nulla per spostare i contributi da un ente all’altro. Questa una delle deduzioni più errate spesso rintracciabile nel web, quando si cercano informazioni sulle pensioni dei liberi professionisti. In realtà le cose sono più complesse: la grande novità del 2017 (legge 232/2016, articolo 1 comma 195) è il cumulo contributivo gratuito che ha un funzionamento completamente diverso rispetto alla ricongiunzione, rimasta comunque in vita. Il cumulo funziona diversamente sia per la pensione di vecchiaia che per quella anticipata, ha regole differenti per il calcolo della liquidazione dei trattamenti pensionistici. Di fatto è uno strumento ulteriore, completamente gratuito. Così come gratuito può essere anche il riscatto del servizio militare, ma solo se si hanno contributi in Inps.

Il vantaggio della ricongiunzione
Ma ci sono dei casi in cui la ricongiunzione è decisamente più conveniente: ad esempio quando il professionista desidera anticipare il pensionamento. Se il cumulo contributivo consente l’ingresso alla pensione di vecchiaia o anticipata con le regole Inps (con almeno 42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne e con 3 mesi di finestra prima della decorrenza materiale del trattamento) le Casse prevedono spesso ingressi peculiari anticipati. L’Enpacl, ad esempio, consente il pensionamento ai consulenti del lavoro che abbiano almeno 60 anni con 39 anni di contributi, quasi quattro anni prima rispetto alla pensione anticipata in cumulo. Gli avvocati hanno a disposizione una pensione di anzianità che, nel 2019, si apre alla maturazione di 61 anni di età e 39 anni di contributi; i dottori commercialisti, dal canto loro, possono assicurarsi l’ingresso in pensione di vecchiaia anticipata con 61 anni di età e 38 di contributi o direttamente con 40 anni di contributi. In tutti questi casi, la contribuzione richiesta è ben inferiore ai 42 o 41 anni e 10 mesi della pensione anticipata in cumulo.

La differenza però sta nella modalità di accesso alla pensione. Per accedere a una pensione peculiare di un ordinamento per libero professionista (la quota 99 Enpacl, i 61 + 38 della Cnpadc o i 61 + 39 della cassa forense), l’assicurato deve maturare i contributi nella Cassa. Se avesse dei contributi in un’altra cassa professionale o in una gestione Inps potrebbe ricorrere anche alla ricongiunzione prevista dalla legge 45/1990 che richiede il pagamento di un onere (calcolato con la riserva matematica o correlato al valore dei contributi, cui viene detratto il valore dei contributi rivalutati accentrati nella gestione ricevente).

Gli effetti sull’assegno
Nella strategia di ingresso a pensione, il professionista dovrà anche tenere conto del fatto che, dopo una ricongiunzione, il metodo di calcolo utilizzato sarà quello proprio della Cassa, mentre le pensioni costruite con il cumulo gratuito vengono liquidate con metodo “pro quota”, vale a dire tenendo conto delle regole di calcolo proprie di ciascuna gestione pensionistica per gli spezzoni contributivi di propria competenza. Nel caso del metodo retributivo, questo elemento gioca un ruolo fondamentale, in quanto consente di valorizzare diversi importi -più o meno alti- nella media degli ultimi compensi che definiscono l’assegno. Non solo. La gestione separata Inps (spesso sede di accantonamento contributivo prima dell’abilitazione professionale) non può essere ricongiunta attraverso la legge 45/1990, costringendo i titolari di una pensione erogata da una Cassa ad attendere gli ulteriori requisiti di una pensione autonoma, anche supplementare, nella gestione della legge 335/1995.

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