Previdenza

Un anno di Navigator, in media un colloquio a testa al giorno

di Giorgio Pogliotti

Da settembre 2019 a dicembre 2020 i navigator - che nel frattempo sono scesi da 2.980 a 2.668 - hanno effettuato 950mila colloqui con i percettori del reddito di cittadinanza, a supporto del personale dei centri per l’impiego o direttamente. In media poco meno di un colloquio al giorno. Hanno svolto 700mila verifiche, ovvero l’equivalente grosso modo di una ogni due giorni. Hanno contattato circa 450mila aziende, da cui sono arrivate 400mila offerte formative o di posti vacanti. Il tutto per la platea di 1.369.779 beneficiari del Rdc tenuti alla sottoscrizione di un Patto per il lavoro; di questi 352.068 hanno avuto almeno un rapporto di lavoro (il 65% a termine, il 69,8% per meno di 6 mesi). Ma al 31 ottobre (ultimo dato disponibile) i rapporti di lavoro ancora attivi erano 192.851.

Bisogna partire da questi numeri se si vuole valutare l’operato dei navigator, giovani professionisti assunti con contratto di collaborazione - un rapporto di lavoro meno tutelato rispetto al contratto a termine, il cui utilizzo è stato ostacolato dalle rigidità del decreto dignità - con una retribuzione lorda di 27mila euro annui (30mila euro con gli extra), per un costo di oltre 150 milioni di euro. Ma dai numeri dell’Anpal è impossibile capire che tipo di attività sia specificatamente attribuibile ai navigator, e quanto si sarebbe ugualmente fatto senza di loro, per avere un esatto quadro dei costi-benefici. L’emergenza Covid e il lockdown hanno spinto alla chiusura dei centri per l’impiego che hanno continuato ad operare a distanza, poi il governo ha deciso di sospendere le condizionalità per i beneficiari del Rdc fino allo scorso luglio. Tutto ciò ha certamente influito sui risultati e sarebbe ingiusto prendersela con i navigator, che pagano per i ritardi nell’avvio delle politiche attive, oltre che per un “difetto d’origine” non certo attribuibile alla loro volontà.

Questa nuova figura professionale sin dal primo momento è stata oggetto di forti polemiche. Anzitutto con le regioni, titolari dei centri per l’impiego che non volevano il loro ingresso nelle strutture regionali, tanto che la loro operatività slittò a settembre 2019 (ma il pagamento del Rdc iniziò ad aprile 2019). Con vicende paradossali che hanno visto la regione con più navigator, la Campania, vietare il loro ingresso nei centri per l’impiego. I Governatori temevano che i navigator potessero sostituirsi o sovrapporsi ai dipendenti dei Cpi. La mediazione è stata trovata in un accordo quadro a luglio 2019 tra Anpal e regioni che ha consentito ai navigator di far ingresso nei Cpi, per l’assistenza tecnica al personale. Nel frattempo molti navigator hanno partecipato ai concorsi banditi dalle regioni per i posti a tempo indeterminato negli stessi centri per l’impiego in cui operavano da precari. E molti di loro ce l’hanno fatta, forti dei titoli e della professionalità.

In vista della scadenza di fine aprile dei rapporti di collaborazione, i navigator stanno incassano dalle forze della precedente maggioranza il sostegno ad una proroga. Due emendamenti al decreto Milleproroghe targati M5S e Leu ne prevedono la continuazione fino a fine anno, ma la novità arriva dal Pd, con la presidente della commissione Lavoro della Camera, Debora Serracchiani che apre ad una proroga fissando alcuni paletti: «sì purché sia limitata ad alcuni mesi per avere tempo di riorganizzare le politiche attive insieme alle regioni - sostiene-.

La proroga ci consentirà di fare una mappatura delle esigenze a livello territoriale, necessaria per poter intervenire. È stato fatto un investimento sulle risorse umane, abbiamo persone preparate e formate».

La proroga potrebbe viaggiare con il Milleproroghe all’esame della Camera, oppure - come evidenziato dalla ministra dimissionaria del Lavoro, Nunzia Catalfo ad una delegazione di navigator martedì in occasione dello sciopero - nel decreto Ristori 5 che è in preparazione. Il dossier passerà nelle mani del nuovo esecutivo: il reddito di cittadinanza ha svolto un ruolo importante nell’assistenza contro la povertà, ma resta da attuare il versante delle politiche attive.

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