Previdenza

Welfare da riformare subito ammortizzatori e politiche attive

di Giorgio Pogliotti

Accelerare l’attuazione delle politiche attive del lavoro, e riformare il welfare per estendere la copertura ai precari e agli autonomi. I due obiettivi indicati dal premier sono oggetto di un confronto attivato dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, con le parti sociali che a fine mese presenterà un documento con le linee guida della riforma degli ammortizzatori sociali, sistema oggi troppo squilibrato sulle misure “passive” (cassa integrazione, Naspi) e con un perimetro di copertura che esclude buona parte del sistema produttivo (parte del terziario).

Draghi considera «centrali» le politiche attive del lavoro, affinché «esse siano immediatamente operative è necessario migliorare gli strumenti esistenti», come l’assegno di ricollocazione che nella legge di Bilancio è finanziato con 267 milioni di euro ed esteso ai percettori di Naspi e di Cig.Secondo il presidente del consiglio «vanno anche rafforzate le dotazioni di personale e digitali dei centri per l’impiego in accordo con le regioni»; tutto questo progetto - ha ricordato - è già parte del Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza «ma andrà anticipato da subito». La sfida del governo, dunque, è riuscire a far decollare le politiche attive (che in legge di Bilancio hanno una dotazione complessiva di 500 milioni) attraverso l’intesa con le regioni, prima dell’arrivo delle risorse del Recovery Plan, in vista dell’imminente scadenza del blocco dei licenziamenti del 31 marzo. A questo proposito il premier ha ricordato che «il governo dovrà proteggere tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche»; alcune «dovranno cambiare, anche radicalmente». La «scelta» di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è «il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi».

Draghi ha indicato le categorie che hanno pagato il prezzo più alto della crisi, ovvero «i giovani, le donne e i lavoratori autonomi» per aggiungere che «innanzitutto bisogna pensare a loro» nell’approntare una strategia di sostegno delle imprese e del lavoro.

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