Previdenza

Per le politiche attive l’incognita dei tempi

di Giorgio Pogliotti

Nel discorso programmatico il premier Mario Draghi ha indicato l’obiettivo di anticipare da subito le politiche attive del lavoro. Pesano le preoccupazioni per la fine del blocco dei licenziamenti il 31 marzo, e per l’impatto della pandemia sulle attività produttive, come evidenziato dall’Istat a dicembre si contano 420mila occupati in meno rispetto a febbraio 2020 e 150mila disoccupati in più.

Il Recovery fund assegna 3 miliardi e 500 milioni arrivano dalla legge di Bilancio, ma per l’operatività delle politiche attive i tempi non si profilano affatto rapidi. Il primo strumento è l’assegno di ricollocazione (Adr), nato per aiutare le persone a ricollocarsi nel mercato del lavoro, attraverso un voucher da usare nei centri per l’impiego o le agenzie per il lavoro accreditate, pagati in base al contratto firmato (per un importo compreso tra 250 e 5mila euro). La legge di Bilancio ha stanziato 267 milioni ed ha esteso l’Adr ai percettori di Naspi e Discoll da oltre 4 anni, di Cig che hanno avuto la sospensione per cessazione d’attività, in Cigs (con accordo di ricollocazione), oltre ai beneficiari del reddito di cittadinanza (che dal 2019 erano rimasti gli unici fruitori dello strumento, dopo la scelta del governo giallo verde di escludere i percettori di Naspi). Si attende una delibera Anpal, previa approvazione del ministero del Lavoro, sentite le regioni che indichi le modalità operative di erogazione e le procedure. Occorre poi il via libera della commissione Ue, nell’ambito delle misure di React Eu.

Ma già il superamento del primo step appare problematico. Nessuno in Anpal sa sbilanciarsi sui tempi della bozza di delibera, in primis a causa delle divergenze tra il presidente Mimmo Parisi e il direttore generale, Paola Nicastro. Le distanze riguardano soprattutto il ruolo dell’attuale infrastruttura digitale: «È un anno e mezzo che dico che l’infrastruttura MyAnpal è vecchia e inadeguata - sostiene Parisi-. Se non cambia la modalità operativa rischiamo di ripetere gli stessi errori del reddito di cittadinanza. Puoi avere una misura valida, ma se non hai gli strumenti giusti rischi di fallire». Per Parisi serve «un sistema digitale nazionale gestito da Anpal, in cui raccogliere le opportunità occupazionali messe a disposizione dalle imprese su tutto il territorio, con diversi terminali che a livello centrale e regionale mantengono le proprie conformazioni e la propria autonomia, garantendo lo scambio delle informazioni secondo standard condivisi». Mentre la Dg sostiene l’attuale sistema: «Con MyAnpal abbiamo un sistema unitario in cooperazione applicativa con le regioni al quale possono accedere tutti i soggetti coinvolti a vario titolo - sostiene Nicastro-. Ciascuna regione invia le job vacancies con la localizzazione dell’impresa per favorire l’incontro tra domanda e offerta. Il centro per impiego si occuperà della presa in carico del percettore dell’Adr, e capirà se serve una formazione specifica per avere le competenze richieste. La presa in carico è pubblica, poi il percettore potrà scegliere se rivolgersi ai privati accreditati».

L’altro nodo da sciogliere riguarda il ruolo privati, visto che le Agenzie per il lavoro lamentano di essere state tagliate fuori dalla norma della legge di Bilancio su cui ha prevalso l’impostazione dell’ex ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo (M5S): Assolavoro ha chiesto che vi sia un riconoscimento economico anche per il processo di accompagnamento all’inserimento lavorativo e non solo a risultato, oltre alla garanzia che si tratti di una politica strutturale di lungo periodo per poter investire nelle proprie filiali. La partecipazione dei privati è legata alle risposte che arriveranno; il dossier è nelle mani del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che peraltro entro fine mese si è impegnato a presentare alle parti sociali le linee guida di riforma degli ammortizzatori, un nuovo documento rispetto alla proposta della commissione di esperti nominata dal ministro Catalfo.

Sempre il ministro Orlando deve occuparsi anche dell’attuazione della seconda misura, Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol). Il programma nazionale di presa in carico dei senza lavoro finalizzato all’inserimento occupazionale finanziato dai 233 milioni della manovra è tutto da costruire. Il 1° marzo scadono i termini per il decreto interministeriale Lavoro-Mef, che deve essere preceduto dall’intesa con le regioni. La scadenza non sarà rispettata, ma dal ministero fanno notare che non si tratta di un termine perentorio, e che in attesa di Gol si conta sull’operatività dell’assegno di ricollocazione. Ma, come detto, per l’Adr la strada non appare così in discesa, mentre servono risposte chiare in tempi rapidi.

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