Previdenza

Linee guida governo-regioni, vaccinazioni anche nelle Pmi

di Giorgio Pogliotti

Estendere le vaccinazioni a tutti i luoghi di lavoro, a prescindere dalla dimensione dell’azienda, per consentire la partecipazione anche delle Pmi. Governo e Regioni sono al lavoro sulle linee guida nazionali con i requisiti minimi essenziali per aderire alla campagna vaccinale integrativa a quella in corso nel Paese; l’obiettivo è quello di sfruttare la presenza capillare delle imprese e della grande distribuzione per poter partire con le vaccinazioni di milioni di lavoratori, non appena arriveranno le nuove dosi, probabilmente a partire da subito dopo la metà di aprile quando i vaccini di Johnson&Johnson si aggiungeranno a quelli di AstraZeneca, Pfizer e Moderna.

Le linee guida sono attese dalle parti sociali, considerando che alla chiamata di Confindustria sulle disponibilità dei siti produttivi hanno risposto oltre 7mila imprese pronte ad attivarsi per garantire la vaccinazione a circa 5,5 milioni di dipendenti (12 milioni di persone considerando i nuclei famigliari). Anche Federdistribuzione, Confcommercio, Confesercenti e Alleanza delle cooperative si sono dette disponibili a collaborare, chiedendo una regia unica. Il percorso è ancora tutto da costruire, ma ci sono già alcuni punti fermi, emersi nell’ultima riunione del 25 marzo con le parti sociali e i ministri Andrea Orlando (Lavoro), Roberto Speranza (Salute), il Commissario straordinario per l’emergenza Covid e l’Inail. «Puntiamo a costruire una cornice nazionale entro cui si mettono le realtà regionali - ha spiegato Speranza -, per non avere divaricazioni territoriali troppo ampie. Dalla conferenza Stato Regioni è emersa la disponibilità a confrontarsi su linee guida comuni, secondo standard di sicurezza praticabili dalle imprese. Non vogliamo trasformare le aziende in presidi sanitari». Una volta concordate con le regioni (che si occupano anche della vigilanza territoriale), le linee guida con i requisiti minimi essenziali per assicurare condizioni di sicurezza saranno sottoposte alle parti sociali. Se ne parlerà nella riunione del 6 aprile, convocata anche per discutere della bozza d’aggiornamento del Protocollo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro di un anno fa che nel fine settimana il governo ha inviato alle parti sociali, come anticipato dal Sole24Ore di domenica (entro oggi devono inviare le proposte).

La campagna vaccinale nei luoghi di lavoro, nei piani del ministro Orlando «è destinata ai dipendenti, a prescindere dall’età, e ai lavoratori che a vario titolo gravitano intorno all’azienda»; si pensa all’estensione della copertura alle aziende «dell’indotto». Per l’adesione alle linee guida non è fissato alcun limite dimensionale; tra le ipotesi c’è quella di differenziare tra le piccole aziende, le medie (da 50 dipendenti a 249) e le grandi imprese (da 250 dipendenti). Le Pmi potrebbero aderire singolarmente, oppure raggruppate potranno proporre alle Regioni la costituzione di un centro medico vaccinale in grado di rispettare gli standard minimi di sicurezza. «Per i lavoratori delle Pmi o di aziende che non hanno aderito alla campagna - è la proposta del ministro Orlando - si potranno prevedere percorsi per consentire di essere vaccinati, attraverso forme di aggregazione tra i datori di lavoro o avvalendosi della rete territoriale dell’Inail». Mentre le medie, e soprattutto le grandi imprese, nei piani del governo, essendo più strutturate avranno maggiori capacità di rispettare gli standard minimi di sicurezza e potranno ospitare strutture mobili temporanee in cui effettuare i vaccini. Il ministro del Lavoro ha anche proposto di individuare le categorie più esposte al rischio contagio Covid, anche utilizzando i dati Inail, alle quali dare la priorità nella campagna vaccinale.

Il tempo stringe, ma restano ancora aperte molte questioni rilevanti. Dalla logistica (la configurazione delle strutture, se dovranno ospitare anche sale d’accesso, spazi in cui sostare dopo il vaccino, ambulanze), a chi materialmente dovrà effettuare le vaccinazioni, al ruolo del medico competente (occorre tener conto che può occuparsi della sorveglianza sanitaria di più aziende), alle responsabilità in caso di evento avverso, agli oneri per l’attuazione della campagna vaccinale.

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