Previdenza

Collaboratori sportivi, aiuti collegati ai compensi

di Gabriele Sepio

Bonus ai lavoratori sportivi e rinvio dell’operatività delle norme di riforma dello sport al 1° gennaio 2022. Queste le misure introdotte per il mondo sportivo nel decreto Sostegni.

Sul primo fronte, il governo stanzia un aiuto specifico per i lavoratori con rapporti di collaborazione presso il Coni, il Comitato italiano paralimpico (Cip), le Federazioni sportive nazionali, le Discipline sportive associate e gli Enti di promozione sportiva riconosciuti da Coni e Cip, oltreché società e associazioni sportive dilettantistiche, destinando una indennità una tantum nel limite di 350 milioni per il 2021. Per accedere ai ristori, il decreto fissa requisiti soggettivi e oggettivi. Anzitutto, il bonus non spetta a chi è percettore di altro reddito da lavoro (o assimilati), reddito di cittadinanza o di emergenza. Inoltre, concorre al beneficio solo chi, in conseguenza dell’emergenza da Covid-19, abbia cessato, ridotto o sospeso la propria attività, ivi inclusi i titolari di rapporti di collaborazione scaduti entro il 30 dicembre 2020 e non rinnovati (articolo 10, Dl 41/2021).

I ristori sono assegnati ai lavoratori sportivi secondo un importo variabile (da 1.200 a 3.600 euro) a seconda dei compensi percepiti nel 2019. A livello operativo, il ristoro sarà erogato da Sport e Salute Spa e sarà riconosciuto in via automatica per coloro che abbiano già presentato domanda di accesso alle precedenti indennità (con le modalità di cui al Dm 6 aprile 2020 del Mef e del ministero dello Sport).

Altro tema riguarda, poi, i neo-decreti di riforma dello sport in attuazione della legge 86/2019. A pochi giorni dalla loro pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (il 18 e 19 marzo), arriva il pit-stop per l’operatività delle nuove norme di riforma da parte del governo Draghi. In particolare, a eccezione delle disposizioni fiscali sul lavoro sportivo (la cui efficacia era già differita al 1° luglio 2022), il decreto Sostegni interviene facendo slittare l’operatività di tutti e cinque i decreti attuativi della riforma al 1° gennaio 2022 anziché al 2-3 aprile prossimo. Una battuta d’arresto che, anche in considerazione della possibilità prevista per l’emanazione di eventuali disposizioni integrative e correttive, potrà rappresentare l’occasione per rivedere i contenuti dei decreti e superare le attuali difficoltà applicative.

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