Previdenza

Un massimale unico per la cassa integrazione nella proposta Orlando

di Giorgio Pogliotti

Un importo massimale unico di cassa integrazione. Insieme a un allungamento della durata della Dis-coll per i collaboratori e a un decalage Naspi un po’ meno penalizzante per i disoccupati.

Sono alcune delle novità contenute nella prima bozza di riforma degli ammortizzatori sociali illustrata ieri sera dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando alle parti sociali. L’impostazione del documento mira ad assicurare la copertura universale dell’ammortizzatore, a prescindere dai settori produttivi, basandosi solo sulle dimensioni aziendali. Per la cassa integrazione si prevede di aumentare il massimale più basso a 1.199 euro (rispetto agli attuali 998 euro lordi) previsto per le retribuzioni mensili fino a 2.159 euro, allineandolo così al massimale più alto previsto per le retribuzioni maggiori.

Le tutele in costanza di rapporto di lavoro continueranno a essere garantite dalla cassa integrazione ordinaria e straordinaria, con il superamento della cassa in deroga. Si prevedono alcune novità come l’estensione dell’utilizzo della Cigs a tutte le imprese con più di 15 dipendenti, mentre per quelle con meno di 5 lavoratori ci sarà uno strumento ad hoc. Per il contratto di solidarietà è prevista una riduzione dell’orario di lavoro dal 70% al 90%, con uno sgravio contributivo per tutta la durata.

Per la Naspi si punta ad allungare i tempi del calcolo del decalage, portando da 4 a 6 mesi il momento da cui scatta il taglio del 3% dell’importo corrisposto. Si allungherà la durata della Dis-coll, l’indennità di disoccupazione prevista per i collaboratori. Nella bozza diventa strutturale la cassa integrazione di 12 mesi per cessazione. Per l’assegno ordinario scompare il tetto di spesa legato ai contributi versati.

Sono emerse distanze con le parti sociali, tanto che il ministro Orlando ha annunciato un nuovo documento e la convocazione di un nuovo tavolo tecnico sulle modalità di gestione degli ammortizzatori. «Ci serve un quadro organico, dobbiamo avere i testi per poter giudicare, non vogliamo rinunciare alle esperienze di bilateralità che hanno funzionato nei diversi settori- spiega Ivana Veronese (Uil) - vanno nella giusta direzione gli interventi sui contratti di solidarietà».

In mattinata il ministro Orlando ha incontrato i rappresentanti di Confindustria, Confapi, Cgil, Cisl e Uil spiegando che in vista della scadenza del 30 giugno del blocco dei licenziamenti per le imprese che utilizzano la cassa integrazione ordinaria (industria e costruzioni) e del 31 ottobre per le imprese che ricorrono all’assegno ordinario e alla cassa in deroga (il terziario), il governo punta a mettere in campo tutti gli strumenti disponibili di supporto alle riorganizzazioni aziendali, dal contratto d’espansione rafforzato ai contratti di solidarietà. «Possiamo individuare ulteriori strumenti per assicurare un intervento selettivo, da costruire anche con il Mise, a livello settoriale o a livello territoriale insieme alle regioni», ha detto il ministro.

I leader di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri hanno ribadito la richiesta di una proroga del blocco dei licenziamenti al 31 ottobre per tutti i settori, supportati sul versante politico dagli emendamenti di Leu e M5S che puntano a un allungamento della proroga contenuta nel Dl Sostegni, e dall’apertura del presidente di Confapi, Maurizio Casasco favorevole a mantenere il blocco fino al 31 agosto nell’industria, conservando la cassa Covid.

Ma il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe e il direttore generale Francesca Mariotti hanno fatto notare che dell’allungamento della proroga del blocco dei licenziamenti nell’industria non si è accennato né durante l’incontro con il premier Draghi, né nel colloquio informale tra lo stesso Orlando e il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, facendo presente che in questo modo si rinvierebbero ancora le riorganizzazioni aziendali, il turn over e gli investimenti. Per scoraggiare i licenziamenti, secondo gli imprenditori basterebbe azzerare i contatori della Cig, rimettere nelle disponibilità delle aziende 52 settimane di Cig ed eliminare il pagamento del ticket a carico delle imprese.

Secondo la road map indicata da Orlando, aprile servirà a definire la riforma degli ammortizzatori, mentre a maggio si aprirà il confronto sulle politiche attive del lavoro. Per queste ragioni al pressing dei sindacati sulla previdenza - in vista della scadenza a fine anno di Quota 100, Cgil, Cisl e Uil chiedono un sistema flessibile per non tornare alla rigidità della legge Fornero - il ministro ha riposto spiegando che «le priorità al momento sono altre».

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