Previdenza

Sul dopo Quota 100 si apre la partita nel governo

di Marco Rogari

Alla conclusione della sperimentazione triennale di Quota 100 mancano ormai appena otto mesi. Una scadenza che, come prevedibile, agita le acque nella maggioranza. Con i partiti che cominciano a prendere posizione sul campo per una partita che si giocherà almeno fino alla legge di bilancio autunnale e alla quale anche il premier non potrà sottrarsi. A tirarlo in ballo è stato ieri, del resto, Matteo Salvini. «Draghi è l’uomo giusto al posto giusto», ha detto il leader della Lega a “l’Aria che tira” sul La 7, ma non senza sottolineare che «su alcuni temi non concordiamo». Come sulle pensioni. «Ritengo che, in un anno di crisi economica, alzare l'età pensionabile sia inimmaginabile», ha ribadito Salvini. Che rilancia l’opzione Quota 41 (l’uscita garantita con almeno quarantuno anni di contributi a prescindere dall’età ). La Lega, insomma, è pronta a passare al contrattacco se passerà la linea, già tracciata dal governo nelle bozze del Pnrr, di un ritorno integrale nel 2022 alla legge Fornero, ad eccezione di un percorso agevolato per i lavori gravosi. A dire la sua dovrà essere anche il ministro del Lavoro, il Dem Andrea Orlando. Sulla gestione della fine di Quota 100 «dobbiamo essere molto laici », ha detto ieri il ministro ripetendo che al momento la priorità resta il capitolo lavoro con la riforma degli ammortizzatori. Il dossier pensioni resterebbe dunque ancora in naftalina. Ma è il sottosegretario al Mef, Maria Cecilia Guerra (Leu), ad ammettere che «il cantiere è molto aperto».

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