Previdenza

Ammortizzatori: ampliare l’uso dei fondi bilaterali

di G.Pog.

Un sistema di ammortizzatori sociali universale, con trattamenti di cassa integrazione ordinaria e straordinaria garantiti a tutti i lavoratori, differenziati in base alla soglia dimensionale delle aziende, tenendo conto dei settori di appartenenza.

Riunione dopo riunione comincia a prendere corpo l’impianto di riforma degli ammortizzatori sociali tracciato dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando che nell’incontro di ieri con le parti sociali, ha confermato la volontà di cancellare la cassa in deroga (finanziata dalla fiscalità generale) puntando sul rafforzamento dei fondi bilaterali.

«Tutti i datori di lavoro devono iscriversi e contribuire al fondo bilaterale di riferimento - ha detto il ministro -, l’iscrizione e il versamento al fondo può diventare vincolante al rilascio del Durc». Secondo questo schema, ai lavoratori coperti dai fondi bilaterali vanno assicurati gli stessi elementi di tutela e durata garantiti ai lavoratori coperti da Cigo e Cigs. Accanto alla «valorizzazione delle esperienze positive dei fondi bilaterali», Orlando ha parlato della necessità di «far compiere un salto di qualità in senso solidaristico» alla bilateralità, con la creazione di un superfondo intersettoriale, una sorta di camera di compensazione per far fronte ad eventuali crisi dei singoli fondi, in presenza di nuovi shock, come l’attuale pandemia da Covid.

Nessun testo è stato presentato alle parti sociali. La prossima settimana è in programma un nuovo incontro - preceduto da un confronto con il Mef sul tema delle coperture della riforma-, per discutere della gradualità del passaggio dall’attuale sistema di ammortizzatori al nuovo.

Entro maggio il ministro si è impegnato a presentare un testo di riforma alle parti sociali che contenga un maggior collegamento con le politiche attive del lavoro e le transizioni occupazionali, su cui lavorare nel mese di giugno. A luglio il testo definitivo sarà portato in consiglio dei ministri, per essere approvato con la prossima legge di Bilancio: secondo questo cronoprogramma la riforma sarà operativa dal 1 gennaio 2022.

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