Previdenza

Tempi stretti per la pratica del contratto di espansione

di Antonello Orlando

I datori di lavoro che vogliono accompagnare a pensione i propri dipendenti con il contratto di espansione hanno meno di due mesi di tempo a disposizione prima che si chiuda la finestra utile. Infatti la scadenza per siglare l’accordo in sede ministeriale, raccogliere le adesioni dei lavoratori e avviare la procedura telematica di accreditamento con Inps e di trasmissione delle liste dei dipendenti aderenti è fissata al 1° settembre.

Il prepensionamento quinquennale del contratto di espansione, strumento quest’ultimo utilizzabile anche per riqualificare il personale in servizio, è stato esteso dalla legge di Bilancio 2021 alla fine di quest’anno; con la circolare 48/2021 Inps aveva già chiarito che l’ultima risoluzione del rapporto di lavoro potrà collocarsi non oltre il 30 novembre. A questa scadenza si aggiunge quella da ultimo posta dal messaggio 2419/2021, dedicato alle fasi più operative del prepensionamento, il quale richiede che l’azienda deve presentare la domanda di accesso all’esodo al più tardi 90 giorni prima della decorrenza del primo assegno di espansione, vale a dire 90 giorni prima del 1° dicembre.

Una volta siglato l’accordo ministeriale, l’azienda potrà accreditarsi attraverso il cassetto bidirezionale con i modelli SC96 e AA02, ricevendo il codice autorizzazione entro 5 giorni. Il messaggio specifica che il dialogo con Inps avverrà con una sola sede territoriale utilizzando la matricola principale che, nel caso di più imprese, sarà quella dell’azienda in cui c’è il maggior numero di lavoratori accompagnati a pensione. I datori di lavoro raccoglieranno le adesioni dei dipendenti, che non saranno in realtà vincolanti ma consentiranno di verificare i requisiti di accesso a pensione anticipata o di vecchiaia; le adesioni non saranno materialmente trasmesse a Inps, però il datore di lavoro autodichiarerà di esserne entrato in possesso, attestando così la delega a operare per conto dei dipendenti. Inps consentirà così l’accesso a un portale dedicato, a oggi attivo per isopensione e fondi di solidarietà, dove le domande per ciascun dipendente (inviabili anche in modalità massiva) saranno caricate sempre a cura dell’azienda esodante.

Inps ha specificato che, a livello teorico, la prima certificazione «ai fini del diritto pensionistico» (attestante cioè solo la data di raggiungimento della prima pensione utile fra vecchiaia e anticipata) sarà definita dalla sede Inps competente entro 15 giorni, salvo anomalie riscontrate sulla singola posizione che dovranno essere definite. Una volta ricevute le certificazioni al diritto, l’azienda confermerà i lavoratori da esodare, ricevendo così la certificazione comprensiva del valore della prestazione di esodo (certificazione «per il calcolo»).

L’aggregazione degli importi della indennità e della contribuzione a carico dell’azienda costituirà la previsione di spesa dell’esodo, da cui sarà stornato il valore della Naspi (per 2 o 3 anni massimo) e della relativa contribuzione figurativa nel caso di accompagnamento a pensione anticipata. Durante l’esodo, ogni singola azienda invierà i flussi uniemens nelle matricole dedicate, appositamente aperte dalla sede, versando mensilmente sia la provvista resa disponibile sul portale telematico della prestazione di esodo via bonifico bancario, sia i contributi dei lavoratori destinati a pensione anticipata con modello F24. Il pagamento mensile non sarà dovuto nel caso di aziende o gruppi che procedano al versamento in unica soluzione (con l’ulteriore risparmio dei costi di fideiussione).

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