Previdenza

Controlli Inail, irregolare l’86,57% delle aziende ispezionate

di N.T.

Meno denunce di infortuni sul lavoro, ma con più casi di decessi. Il dato, relativo allo scorso anno, è stato evidenziato ieri nel corso della presentazione del Rapporto annuale Inail 2020. Più precisamente, all'Istituto sono arrivate poco più di 571mila denunce di infortunio (l'11,4% in meno rispetto al 2019), di cui un quarto relative a contagi da Covid di origine professionale. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono stati 375.238 (-9,7% rispetto al 2019). Un aumento significativo hanno registrato, come detto, i casi di infortuni mortali denunciati, pari a 1.538 (+27,6% rispetto al 2019), oltre un terzo dei quali derivanti da decessi per Covid-19.

Nel 2020 sono notevolmente diminuite le denunce di malattia professionale: poco meno di 45mila per circa 31.400 soggetti ammalati (il 26,6% in meno rispetto al 2019), al 35,34% delle quali è stata riconosciuta la causa professionale, mentre il 3,33% è ancora in istruttoria. «La pandemia ha fortemente condizionato l'andamento del fenomeno infortunistico nel 2020 - ha sottolineato il presidente dell'Inail, Franco Bettoni - comportando da un lato la riduzione dell'esposizione a rischio per gli eventi ‘tradizionali' e ‘in itinere', a causa del lockdown e del rallentamento delle attività produttive, e generando dall'altro la specifica categoria di infortuni per il contagio da Covid-19».Sul fronte dei controlli, nella Relazione emerge che le aziende ispezionate nel 2020 sono state 7.486 e che l'86,57% sono risultate irregolari. I lavoratori regolarizzati sono stati 41.477 (-16,76% rispetto al 2019), di cui 39.354 irregolari e 2.123 in nero. Sono state accertate retribuzioni imponibili evase per 1, 5 miliardi e richiesti premi per oltre 38 milioni.

Gli impegni prioritari individuati da Bettoni nel corso della Relazione sono quattro: estendere la tutela assicurativa agli oltre tre milioni di lavoratori che non ne hanno ancora diritto, migliorare le prestazioni economiche per gli infortunati e i tecnopatici, destinare maggiori risorse per il potenziamento della prevenzione attraverso i diversi filoni di intervento e affinare gli strumenti di rendicontazione dell'Istituto. «La pandemia - ha sottolineato il presidente dell’Istituto - ha riaperto la questione dell'esclusione dalla tutela Inail di soggetti particolarmente esposti al rischio contagio, come quella dei medici di famiglia e dei medici liberi professionisti», che insieme ad altre categorie «non possono beneficiare della copertura assicurativa e delle conseguenti prestazioni economiche, sociosanitarie, riabilitative e di reinserimento».

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