Previdenza

Pensioni, si tratta su lavori gravosi e Ape. Nodo ammortizzatori

di Giorgio Pogliotti e Marco Rogari

Un documento, non ancora definitivo, con tre parametri individuati sulla base dei dati Inail: frequenza e gravosità degli infortuni sul lavoro; gravosità delle malattie professionali. È quello che è stato elaborato, in attesa delle conclusioni finali, dalla Commissione tecnica per lo studio delle mansioni gravose, istituita dal ministero del Lavoro. E che sembra rappresentare il “biglietto” con cui provare a fare viaggiare il confronto sulla previdenza in vista dell’approdo delle nuove misure sul “dopo Quota 100” nella legge di bilancio autunnale.

Il significativo allargamento, con l’inserimento di nuove categorie, della platea dei lavoratori impegnati in attività faticose e usuranti ai quali garantire un’uscita agevolata facendo leva su una proroga dell’Ape sociale, magari in versione rafforzata, ma anche su eventuali bonus contributivi per alcuni settori oggi esclusi (come gli agricoli e gli edili), dovrebbe anche servire a convincere il ministero dell’Economia ad allentare un po’ i cordoni della borsa, E, soprattutto, a non avere un atteggiamento troppo rigido di fronte alle ipotesi che usciranno dal tavolo con i sindacati che ieri ha fatto ripartire il ministro Andrea Orlando.

Cgil, Cisl e Uil, che hanno illustrato al ministro la loro piattaforma unitaria sulle pensioni, sembrano pronte a un confronto approfondito sui “gravosi”, che però giudicano insufficiente. Perché l’obiettivo dei sindacati resta quello di un intervento a tutto tondo sulla previdenza, a cominciare dalle nuove forme di flessibilità in uscita, da raccordare con le misure sul lavoro (e in primis sugli ammortizzatori su cui c’è molta preoccupazione tra per il rinvio della riforma) e anche sul fisco.

E il leader della Cgil, Maurizio Landini, lo ha fatto capire in modo chiaro: «Ci aspettiamo delle risposte su riforma degli ammortizzatori, riforma del fisco e riforma delle pensioni, e se a settembre non le avremo, penso dovremo pensare a forme di mobilitazioni nel Paese». Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, si è mostrato più cauto esprimendo un giudizio positivo sull’incontro e affermando che «è importante aver avviato una fase di confronto che ci impegnerà nelle prossime settimane e mesi». Mentre il leader della Uil, Paolo Bombardieri, ha sottolineato che si sta «facendo una prima valutazione su quali sono le basi di partenza» e ha ribadito che la priorità resta quella della divisione dell’assistenza dalla previdenza. Una separazione delle voci che è necessaria anche per il viceministro dell’Economia, Laura Castelli.

La strada insomma non appare in discesa. Anche per la freddezza mostrata fin qui dal Mef nei confronti delle ipotesi “flessibili” circolate nelle ultime settimane. Orlando ne è consapevole ma resta fiducioso sulla conclusione del confronto. «Alla luce anche delle valutazioni e dei pareri degli altri ministeri, la discussione proseguirà, mi auguro con esito positivo», ha detto il ministro al termine dell’incontro al quale hanno partecipato, tra gli altri, le sottosegretarie al Lavoro, Rossella Accoto e Tiziana Nisini e Cesare Damiano per la Commissione tecnica. Una data per il prossimo round non c’è: il tavolo è genericamente aggiornato a settembre. Ma, per Domenico Proietti (Uil) proprio le misure che potrebbero essere innescate dal lavoro della Commissione tecnica, potrebbero trasformarsi nel primo step di una graduale riforma della previdenza.

Prima di affrontare il capitolo pensioni, il ministro Orlando in un incontro con le sole delegazioni ristrette di Cgil, Cisl e Uil - senza il sottosegretario Nisini che ha la delega in materia - ha affrontato il tema della riforma degli ammortizzatori sociali, annunciando l’invio di una nuova bozza con l’obiettivo di condividere con le parti sociali un impianto da portare poi al confronto con il Mef e Palazzo Chigi. Che, come anticipato da Il Sole 24 ore di sabato scorso, hanno sollevato obiezioni sui costi elevati della precedente proposta elaborata dal ministero del Lavoro, rinviando la partita a settembre, quando con la legge di Bilancio si potranno quantificare le risorse disponibili. Ma il fattore tempo preoccupa i sindacati, come ha ribadito Landini: «Abbiamo chiesto al governo che si era impegnato a presentare una proposta complessiva che lo faccia. Il rischio è che anche questa discussione venga rinviata dentro la legge di bilancio».

Ai leader sindacali il ministro Orlando ha confermato l’intenzione di alleggerire i criteri di accesso all’indennità di disoccupazione con il superamento dell’attuale requisito delle 30 giornate di lavoro effettivo svolto nei 12 mesi precedenti, allentando il meccanismo di décalage che dal quarto mese riduce mensilmente l’importo della Naspi del 3% (tra le ipotesi c’è quella di farlo scattare a partire dal sesto mese, eliminando il taglio progressivo per i disoccupati over 50 o 55).

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