Previdenza

Pensioni, sale il pressing sulla flessibilità in uscita

di Marco Rogari

Un intervento mirato per allargare la platea dei lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti che hanno a disposizione un canale d’uscita anticipato per il pensionamento attraverso l’Ape. E forse alcune misure per rendere più appetibile l’accesso alla previdenza complementare, oltre alla possibile nuova edizione della pace contributiva. Appare già abbozzato il perimetro del pacchetto previdenza da inserire nella prossima legge di bilancio per gestire il dopo Quota 100. Ma i sindacati chiedono di più. E, con il trascorrere delle ore, diventa più vasto il fronte della maggioranza che spinge per interventi ad ampio raggio, intervenendo magari anche sui requisiti di pensionamento. «Il tema delle pensioni riguarda milioni di lavoratrici e lavoratori e deve essere una priorità per il governo», ha sottolineato in una nota, al termine di un incontro di una delegazione di deputati Pd con i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, la capogruppo Dem alla Camera, Debora Serracchiani. Che ha aggiunto: «Centrale è la questione della flessibilità in uscita, anche in considerazione del superamento di Quota 100».

Anche il Pd, dunque, sembra favorevole a un approccio non troppo restrittivo nell’individuazione degli accorgimenti da adottare a inizio 2022 per evitare un passaggio brusco dai pensionamenti anticipati con almeno 62 anni d’età e 38 di contribuzione, targati “Conte 1”, alla legge Fornero in versione integrale. Anche se la posizione dei Dem appare più soft di quelle del M5S, che non esclude uscite con 62-63 anni in forme diverse da Quota 100 e della Lega, che è fermamente contraria a un ritorno secco alla “Fornero” e punta su Quota 41. Non a caso Matteo Salvini ha citato anche le pensioni tra i temi toccati nell’ultimo incontro avuto con Mario Draghi.

Ma a maggioranza e sindacati resta poco tempo per provare a correggere la rotta che, al momento, porta a un intervento circoscritto ai lavori gravosi e alla quale sembra guardare il ministero dell’Economia. Al varo della legge di bilancio mancano solo poco più di due mesi e mezzo. Ma in realtà la partita si giocherà in non più di un mese, visto che il ministro del Lavoro, Andrea Orlando ha aggiornato il tavolo con i sindacati, riavviato martedì, a settembre senza fissare una data precisa.

Nell’incontro di ieri i sindacati e la delegazione di deputati Pd, della quale facevano parte anche Romina Mura, Antonio Viscomi, Stefano Lepri e Carla Cantone, hanno convenuto sulla necessità di fare presto. E i Dem appaiono intenzionati anche a formulare una loro proposta organica. Che non dovrebbe limitarsi a un riconoscimento previdenziale di tutti i lavori considerati gravosi. Anche se proprio il dossier su questo tema che sarà completato nelle prossime settimane dall’apposita Commissione tecnica istituita dal ministero del Lavoro è destinato a diventare la vera base di partenza del confronto tra governo e sindacati e all’interno della maggioranza.

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