Previdenza

Percettori di reddito occupabili, solo uno su tre è diretto al lavoro

di Giorgio Pogliotti

Poco più di un terzo (il 34,1%) dei percettori del reddito di cittadinanza occupabili (1.150.152) al 30 giugno è stato preso in carico dai centri per l’impiego e ha sottoscritto un patto per il lavoro, il primo step del percorso d’attivazione. Si tratta di 392.292 persone, a cui si aggiungono 3.727 impegnate in tirocinio. In 152.673 aveva un rapporto di lavoro al 10 febbraio.

L’ultimo report di Anpal evidenzia il fallimento del reddito di cittadinanza sul fronte delle politiche attive, rafforzando la necessità di un deciso cambio di passo che il governo dovrebbe imprimere, con il piano su cui sta lavorando il ministro Orlando. In questo contesto per i 2.481 navigator ancora attivi nei centri per l’impiego (rispetto ai 2.798 originari) si avvicina il termine del 31 dicembre, quando scadrà il contratto di collaborazione con Anpal servizi. Una parte ha deciso di candidarsi per gli 11.600 posti a tempo indeterminato che le regioni stanno bandendo per potenziare gli organici dei centri per l’impiego (che hanno 8mila dipendenti). Ma di fronte ai ritardi piuttosto generalizzati delle regioni nelle assunzioni (si veda l’articolo di sopra), le associazioni dei navigator premono per ottenere dal governo una nuova proroga, sarebbe la seconda visto che in origine la scadenza contrattuale era fissata per fine aprile: «Con le nuove assunzioni che tardano ad arrivare - sostiene Antonio Lenzi responsabile comunicazione di Anna, associazione nazionale dei navigatori- i centri per l’impiego si troverebbero dal 1° gennaio con quasi 2.500 persone in meno, auspico che il ministro Orlando prenda in considerazione la richiesta di una proroga. Pensiamo che non vada perso il patrimonio di contatti che abbiamo stabilito con i beneficiari del reddito di cittadinanza e le aziende in questi due anni di attività». I navigator sono giovani (35 anni in media), tutti laureati (con 107/110 di media) che hanno superato una selezione con test a risposta multipla di 100 domande e valutazione di titoli.

«Seguiamo i percettori del Rdc - aggiunge Francesco Carnazza (28 anni) navigator delle Marche - in tutto il percorso di riattivazione, in base alla profilazione fissiamo degli obiettivi e studiamo insieme come raggiungerli, se serve li indirizziamo ad esempio a completare gli studi in istituti tecnici o alberghieri, o verso laboratori di formazione, perché siano più “appetibili” per le imprese. In questi due anni ho preso contatti con circa 200 aziende, spesso sono Pmi alle quali forniamo profili rispondenti agli incentivi esistenti». In mancanza di dati ufficiali da parte di Anpal di valutazione della performance dei navigator, non resta che affidarsi alla loro testimonianza. «Ad agosto ho contattato 160 aziende - aggiunge Antonio Lenzi (42 anni), navigator del Cpi a Milano - in prevalenza dei settori delle pulizie, della ristorazione e dell’edilizia, ed una ventina hanno offerto subito l’opportunità occupazionale al personale tramite noi, altri hanno dato la disponibilità ad assumere nell’arco del prossimo biennio. Molti percettori del Rdc sono difficilmente occupabili, non lavorano da 5 anni, hanno titoli di studio fermi alle elementari. Il loro inserimento lavorativo richiede tempo».

Dal lavoro sul campo Lenzi evidenzia alcune criticità: «manca l’interoperabilità dei sistemi informatici dei vari attori coinvolti dal Rdc, i data base delle regioni non dialogano tra loro, ci sono disallineamenti temporali anche nel dialogo con Inps, quando accoglie una domanda lo veniamo a sapere dopo due mesi». La rimozione di queste criticità che ostacolano l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro dovrà essere tra gli obiettivi del nuovo intervento del Governo.

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