Previdenza

Politiche attive, le Regioni litigano

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

Le liti tra le regioni fanno slittare il via libera al programma di rilancio delle politiche attive, Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori). A causa dei contrasti sugli indicatori utilizzati per il riparto della prima tranche di 880 milioni di euro, la conferenza delle Regioni, convocata ieri, ha rinviato l’articolato in sede tecnica, riaggiornandosi al 14 ottobre. Tutto ciò nonostante sia urgente mettere in campo gli strumenti di formazione e di politica attiva del lavoro, anche in vista dell’imminente scadenza del 31 ottobre del blocco dei licenziamenti economici nel terziario, nelle piccole imprese e nel tessile-moda-pelletteria.

Eppure è circa un anno che si discute di Gol, la cui fisionomia era sta tratteggiata dall’ex ministra Nunzia Catalfo del governo Conte 2, che aveva inserito una norma ad hoc nella manovra, con uno stanziamento di 233 milioni (altri 267 milioni andavano all’estensione dell’assegno di ricollocazione, rimasta finora ferma al palo). Il testimone è passato all’attuale ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che all’inizio di agosto, dopo aver incontrato le regioni, aveva annunciato che l’obiettivo era quello di portare il programma nazionale Gol a settembre in conferenza Stato-Regioni per il via libera definitivo. Lo slittamento di ieri della conferenza delle Regioni allunga i tempi. Considerando che l’altra misura di politica attiva destinata a cassintegrati e disoccupati, ovvero l’assegno di ricollocazione, non è stata ancora resa operativa dal ministro Orlando (c’è per i percettori del reddito di cittadinanza, ma solo in circa 400 l’hanno usato), questo slittamento dei tempi penalizza quanti - tra lavoratori ed ex lavoratori, giovani in situazioni di disagio - necessitano di programmi di aggiornamento o riqualificazione delle competenze per essere occupabili.

Il contrasto ieri tra i governatori si è focalizzato sul riparto dei primi 880 milioni (ci sono 4,4 miliardi dal Pnrr e 500 milioni da React-Ue). In base al testo del decreto interministeriale Economia e Lavoro, attuativo di Gol, si prevedono 5 indicatori per assegnare questi fondi: numero di percettori di Naspi, reddito di cittadinanza, disoccupati, occupati e lavoratori in Cigs. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha contestato il riferimento al reddito di cittadinanza, chiedendo che la quota relativa sia redistribuita tra gli altri indicatori in modo proporzionato. Questo perché, secondo Zaia, ma anche secondo altre regioni del Nord, «non si rende razionale il riparto in quanto i beneficiari del Rdc sono comunque disoccupati già ricompresi tra gli indicatori e inserirli significherebbe, di fatto, conteggiarli due volte, ma soprattutto perchè il Rdc, misura di politica prevalentemente passiva ed assistenziale, è stato utilizzato in modo disomogeneo sui diversi territori».

Secondo i numeri concordati con l’Europa, Gol prevede di interessare almeno 3 milioni di “beneficiari” entro il 2025. Di questi almeno, il 75% devono essere donne, disoccupati di lunga durata, persone con disabilità, giovani under30, lavoratori over55. Almeno 800mila dovranno essere coinvolti in attività di formazione, di cui 300mila per il rafforzamento delle competenze digitali.

A beneficiare di Gol sono i lavoratori in Cig, i disoccupati in Naspi e Dis-coll, i percettori del Rdc, i lavoratori fragili o vulnerabili (Neet, disabili, donne in condizioni di svantaggio, over55), i disoccupati senza sostegno al reddito, i cosiddetti working poor (che versano in condizione di precarietà). Cinque i percorsi di riavvicinamento al lavoro: di reinserimento lavorativo per chi è più vicino all’occupazione, poi di upskilling e reskilling, di aggiornamento delle competenze e di riqualificazione professionale. Il quarto percorso, di inclusione, è rivolto a chi ha bisogni complessi, e prevede l’attivazione della rete dei servizi territoriali. Il quinto è rivolto a gruppi di lavoratori per situazioni di crisi aziendali.

Il Governo nel Pnrr ha fissato dicembre come termine per l’approvazione. Ma anche dopo il via della conferenza Stato-Regioni, Gol non sarà subito operativo. C’è il fattore “tempo” da considerare. Dopo l’emanazione del decreto interministeriale bisognerà aspettare ancora 90 giorni: 60 per l’adozione di un piano regionale e 30 per l’acquisizione del parere da parte di Anpal. Quindi, se la prossima settimana arrivasse l’ok della Stato Regioni, il nuovo programma Gol inizierà a percorrere i primi passi da metà gennaio. E se il piano regionale non dovesse essere coerente con Gol, scatterà un percorso di tutoraggio da parte dell’Agenzia per le politiche attive. Salvo poi esercitare i poteri sostitutivi nei casi più gravi. Ma probabilmente saremo già in primavera 2022.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©